Abbiamo sentito il rappresentante del WWF Abruzzo sulle motivazioni che hanno spinto l'associazione a presentare ricorso al TAR contro il Calendario Venatorio di quest'anno
Scritto da "Federica di Leonardo" il 08.10.2012
La caccia in Abruzzo è attualmente sospesa dal TAR. Il ricorso è stato effettuato dal WWF in quanto il calndario venatorio, secondo l’associazione, non tutelava sufficientemente alcune specie, fra cui l’orso marsicano.
Abbiamo sentito il rappresentante del WWF Abruzzo sulle motivazioni che hanno spinto l’associazione a presentare ricorso al TAR contro il Calendario Venatorio di quest’anno.
Secondo De Sanctis “i contenuti del calendario sono fortemente peggiorativi rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda l’orso.”
De Sanctis ha infatti spiegato : “Quest’anno l’area di presenza dell’orso (definita dal PATOM) ha sostanzialmente tre regimi di gestione per quanto riguarda la caccia:
-modalità di caccia “libera”, senza alcun vincolo collegato alla presenza dell’Orso. Stiamo parlando di aree delle Gole del Sagittario, del Genzana, della val Roveto, della Vallelonga.
-modalità di caccia definite “C2″, in cui non è vietata la caccia al cinghiale in braccata ma vi sono vincoli per il numero di cani. Riguarda una porzione della Zona di protezione esterna (ZPE) del Parco D’Abruzzo, Lazio e Molise e i SIC esterni alla ZPE (ad esempio, i Simbruini)
-modalità di caccia C1: qui è vietata la caccia in braccata (solo girata o carabina da appostamento) oltre a vincoli maggiori per altri tipi di caccia (ad esempio, lepre). Riguarda una porzione della ZPE.
“La cosa incredibile” – ha continuato De Sanctis- è che mentre per la ZPE la ripartizione delle aree con differente regime di caccia la Regione si è dotata di uno studio sull’idoneità ambientale per l’orso di tale area (dividendo in zona, per così dire, “rossa” e zona “blu” a massima e minima probabilità di presenza di orso: a tali aree corrispondono regole più stringenti – C1 – e meno stringenti C2) per tutte le altre aree del PATOM non l’ha fatto, consentendo arbitrariamente nei SIC le forme di caccia meno vincolanti per l’orso (C2) e, addirittura, non ponendo alcun vincolo per l’orso per tutte le aree comunque inserite nel PATOM, ma non appartenenti a SIC e ZPE.
Esistono sicuramente zone “rosse” a massima presenza di orso nei SIC dello stesso valore di quelle presenti nella ZPE, ma, mentre nella ZPE a queste aree sono associati vincoli più stringenti, nei SIC vengono associati vincoli meno stringenti.
“Pertanto a nostro avviso il procedimento è viziato da manifesta illogicità, perchè la regione doveva assegnare lo stesso livello di protezione a quelle aree che hanno eguale possibilità di ospitare l’orso.
“Uno potrebbe dire: ma il nuovo studio ha riguardato esclusivamente la ZPE per cui solo lì si potevano fare distinzioni. In realtà il PATOM si fonda su uno studio tuttora vigente che già ora individua aree più o meno importanti per tutto l’areale. Sono mappe ufficiali accettate da tutti i firmatari del PATOM e sono depositate al Ministero dell’Ambiente (e visibili sul loro sito). Quindi la regione poteva avvalersi di questo studio per le altre aree esterne alla ZPE per definire diversi livelli di tutela. Non l’ha fatto.
Infine, per il principio di precauzione, se doveva scegliere per i SIC forme di tutela, doveva scegliere quelle più stringenti e non quelle meno stringenti (le C2).
Domanda: Quali sono secondo lei i limiti del modus operandi del TTR?
A.D.S.: “Il TTR è stato attivato dall’ufficio caccia della Regione Abruzzo a ottobre 2011 nel pieno delle polemiche derivanti dalle plurime censure che ha subito lo stesso ufficio caccia davanti al comitato VIA e poi davanti al TAR.
La procedura di attivazione non è stata trasparente e vi è stata una sostanziale cooptazione di vari soggetti, senza in alcun modo condividere le scelte dei partecipanti con i firmatari del PATOM, tra cui vi è anche il WWF.
In questi mesi non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale circa lo stato di avanzamento dei lavori. Infine al WWF è stato presentato il lavoro il 3 agosto ad Avezzano, quando il calendario venatorio è stato varato il 30 luglio, quattro giorni prima!
Il TTR, sostanzialmente, si è trasformato da un organo di consulenza del PATOM ad una struttura di consulenza del solo ufficio caccia della Regione Abruzzo. Fermo restando che il WWF poteva anche rimanere fuori dal tavolo ristretto, tutto il lavoro del tavolo tecnico doveva comunque essere poi condiviso con gli altri firmatari del PATOM (come metodi, nuove cartografie, nuove linee guida sulla caccia). Invece abbiamo lette le scelte direttamente sul calendario venatorio, con nostro grande stupore.
Nulla vieta all’ufficio caccia della regione di dotarsi di propri studi, ma se si passa per il PATOM bisogna coinvolgere tutti i firmatari prima che le scelte siano operative.
Sostanzialmente il WWF ritiene illegittime sia le modalità di costituzione del tavolo sia la modalità di conduzione dello stesso. Alla fine i lavori del TTR sono diventati strumentali non tanto alla difesa dell’orso, ma al tentativo, con un’operazione di carta, di mettere al riparo il calendario venatorio dalle censure.
Nell’incontro che è avvenuto il 3 agosto abbiamo fatto emergere alcune criticità rispetto ad alcune scelte del TTR. Ad esempio, la modellistica può dare un contributo importante e, infatti, riteniamo che le mappe di idoneità per l’orso già disponibili da anni nell’ambito del PATOM costituiscono un punto importante per la pianificazione delle varie attività. Sono mappe disponibili per l’intero areale dell’orso. La modellistica, però, ha un approccio probabilistico che non “copre” tutti gli orsi presenti. Potrebbe andare bene per popolazioni numerose, ma qui ci troviamo di fronte ad una popolazione di orso sull’orlo dell’estinzione dove gli enti hanno l’obbligo di assicurare la protezione a tutti i singoli individui. Non ci possiamo permettere di perdere un solo orso. Pertanto nel tavolo abbiamo avanzato (e avremmo voluto farlo durante i lavori e non a “minestra ormai cotta”) un approccio più conservativo, ad esempio affiancando allo studio sull’idoneità ambientale, la carta reale di tutte le segnalazioni di orso. Quando si costruiscono modelli matematici (che uso io stesso in altri campi della biologia) alcune informazioni si perdono. In questo caso noi non possiamo perdere alcuna informazione se è disponibile.
Inoltre nell’elaborazione del modello non ci hanno convinto alcune scelte ad esempio, quella di “declassare” alcune aree che secondo il modello stesso sono a massima idoneità solo perchè sono vaste meno di 2500 ettari. L’orso bruno in alcune aree può frequentare per giorni e settimane gruppi di fruttiferi e addirittura singoli alberi di frutta: possiamo mandare a caccia in queste aree chiunque grazie ad una scelta fatta a tavolino, priva di solide basi scientifiche?
Ancora: il modello potrebbe essere sbilanciato “sopravvalutando” alcuni habitat e “sottovalutandone” altri. Questo perchè il modello è costruito partendo quasi esclusivamente da segnalazioni di orsi all’interno del Parco d’Abruzzo (ad esempio, le Mainarde). Lì ci sono quasi solo faggete mentre le quercete sono assenti. Questa situazione, però, è determinata esclusivamente dal fatto che i pochi orsi rimasti sono concentrati, guarda caso, nell’area protetta e dalla stessa scarsità di orsi. Gli orsi, probabilmente, potrebbero essere “forzati” (anche dalla caccia) a stare lì e non in altre aree. Ciò non vuol dire, però, che gli orsi disdegnino le ghiande dei querceti che sono posti a quote meno elevate e in aree spesso sottoposte ad attività venatoria… Magari senza caccia gli orsi frequenterebbero queste aree. Quindi bisogna stare attenti a generalizzare a tutto l’areale dell’orso modelli costruiti su dati provenienti da piccole porzioni dello stesso.
Ancora: per costruire il modello sono state scelte solo le segnalazioni di orso da settembre a novembre. In realtà l’attività venatoria parte dal primo agosto con l’addestramento cani. Pertanto dovevano essere prese anche le segnalazioni di quel mese. Questi, però, sono dettagli, perchè alla fine le mappe sono molto simili a quelle già disponibili da anni.
Abbiamo anche appreso direttamente dal ricercatore coinvolto nell’elaborazione che questo nuovo modello è già disponibile per tutto l’areale. perchè non è stato usato mentre ci si è limitati a restringerne l’applicazione alla sola ZPE?
Alcuni partecipanti al TTR usano la parola “sperimentale” per definire il loro approccio. Ricordo che:
-i SIC sono stai individuati nel 1995 e la direttiva habitat, per la quale l’orso è addirittura specie prioritaria, è del 1992;
-per l’orso sono stati spesi dalla commissione europea circa 13 milioni di euro per prorgetti come LIFE ecc.;
-ci sono molti studi sull’orso e il problema della caccia al cinghiale era riconosciuto dagli anni ’90 nell’action plan europeo sulla specie;
-dal 2006-2007 in poi sono state inserite norme nel calendario venatorio più restrittive rispetto a quelle del calendario venatorio 2012-2013 (ad esempio, era vietata sic et simpliciter la braccata nei SIC).
-nel 2011-2012 il Comitato VIA della regione aveva deciso di chiudere la caccia a tutte le specie in tutta l’area del PATOM più idonea per l’orso fino al primo di novembre. Poi il Comitato, su pressioni dell’Ufficio caccia, era tornato sui suoi passi ma il TAR ha ripristinato la prima decisione con sentenza, grazie al ricorso del WWF.
Infine, l’orso è all’estinzione e non possiamo permetterci “sperimentazioni”. Spesso ricorre a questo aggettivo chi non ha solide argomentazioni per difendere le proprie posizioni e si rifugia nella “sperimentazione” dove è ammesso anche sbagliare per definizione. E’ un termine che usano, guarda caso, i giapponesi per definire la caccia alle balene: è una sperimentazione.
Qui gli enti sono chiamati a scelte precise e non hanno più possibilità di sbagliare sulla pelle dell’orso. L’orso si salva con scelte collegiali e non con scelte unilaterali come quelle fatte dal TTR. Diciamo che i partecipanti al TTR, in considerazione dei precedenti riguardanti proprio chi presiede il tavolo tecnico (ben due sconfitte al TAR e una addirittura in Corte Costituzionale che ha stabilito l’illegittimità dell’intero calendario venatorio 2010-2011)), e cioè, la Regione Abruzzo, avrebbero dovuto adottare un surplus di attenzione. Si è andati nella direzione opposta.
D: Quali sono le alternative che proponete? E’ possibile una mediazione con il mondo venatorio? Se sì, quale sarebbe nella fattispecie un percorso auspicabile per una mediazione con il mondo venatorio?
A.D.S.: “Qui non si parla di alternativa ma di rispetto delle leggi e del PATOM. In quell’accordo era prevista la definizione delle aree contigue dove possono andare a caccia solo i residenti. Dove sono? Ricordo che sono previste dalla legge sui parchi del 1991!
La mediazione è possibile solo se le scelte sono compatibili con la tutela del’orso. Intanto bisogna ridurre, e di molto, il numero di cacciatori che hanno accesso a queste aree. Devono essere residenti. In questo modo è possibile, anche grazie ai loro timori di non andare più a caccia a furia di ricorsi, organizzare corsi per insegnare forme di caccia meno impattanti, come quella da postazione fissa e carabina (e nelle aree meno idonee la girata). Anche sui cani da certificare per la girata un conto è sovrintendere migliaia di cacciatori rispetto a poche centinaia.
Sicuramente una chiusura dell’attività venatoria fino al primo novembre sarebbe comunque necessaria per vaste aree del PATOM. L’importante è però premiare i cacciatori residenti in questi territori. Cacci magari di meno ma cacci solo tu (e, in realtà, con la diminuzione del carico venatorio ci sarebbero più prede), questa potrebbe essere una delle soluzioni.”
2 commenti:
se siamo in democrazia i commenti non dovrebbero passare sotto l'ufficio censura. Ognuno deve avere la possibilità di dire le stupidagini che vuole. Grazie
"L'ufficio censura" evita di pubblicare i soli commenti volgari.
Tutti gli altri commenti sono benvenuti anche quelli con le stupidaggini con due "g" e anche quelli con una "g" sola.
Ufficio Censura
di Caccia Abruzzo
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