venerdì 5 ottobre 2012

Caccia a cervo e capriolo e non solo.... in Abruzzo si vuole far sparare anche in parchi e riserve!

COMUNICATO STAMPA WWF ABRUZZO DEL 5/10/2012


Caccia a cervo e capriolo e non solo.... in Abruzzo si vuole far sparare anche in parchi e riserve!


Il WWF al TAR contro il regolamento regionale approvato dalla Giunta Chiodi.


Atto contro la sensibilità della stragrande maggioranza degli abruzzesi, un provvedimento illegittimo che sfida in maniera pasticciata le norme nazionali sulle aree naturali protette.

Il WWF esprime la propria ferma opposizione al provvedimento varato dalla Giunta Chiodi volto ad introdurre per la prima volta in Abruzzo, la regione dei parchi, la caccia al cervo e al capriolo.
Non solo! Il nuovo regolamento demanda alle province la possibilità di autorizzare l’ingresso dei cacciatori nelle aree protette come parchi e riserve!
Il WWF, non appena letto il regolamento pubblicato sul BURA, ha iniziato a lavorare ad un ricorso al TAR per cancellare questo atto che è contrario alla sensibilità verso l’ambiente che in questi decenni è cresciuta nei cittadini abruzzesi. Ricordiamo che già nel 2004 l’allora assessore Sciarretta provò ad aprire la caccia al cervo e al capriolo. 
In poche settimane il WWF raccolse nelle piazze della regione ben 15.000 firme di abruzzesi indignati per questa ipotesi e l'allora governo regionale fece dietrofront.
Il Regolamento ora approvato contiene numerose illegittimità.
Una vera e propria enormità appare il maldestro tentativo di andare addirittura contro la Legge quadro nazionale n. 394/91 sulle aree naturali protette, che assegna esclusivamente agli enti gestori la potestà di autorizzare, in situazioni estreme, piani di abbattimento.
Il Regolamento, pur richiamando all’inizio la stipula di generici accordi con le aree protette, alla fine nell’articolato delega esclusivamente alle Province la possibilità di autorizzare i cacciatori ad entrare nei parchi per sparare, il che, oltre che inaccettabile, è anche palesemente illegittimo! Ci sono, inoltre, plurime violazioni della stessa Legge regionale sulla caccia n. 10/2004 che in alcune parti verrebbe addiritturainnovata dalla Giunta senza passare per il Consiglio!
È stupefacente che nel regolamento per la gestione di queste specie non si citino affatto le efficaci misure di prevenzione di eventuali danni a colture (recinzioni elettrificate; dissuasori olfattivi ecc.) e per gli incidenti stradali (catarifrangenti speciali, anche con emissioni sonore, per spaventare gli animali per non fare attraversare le strade).
Purtroppo in Abruzzo sono adottati, con successo, esclusivamente da alcune aree protette mentre la Regione non solo latita completamente, ma ora si dimentica addirittura di citarli!

A nulla vale il tentativo di minimizzazione operato dalla Regione sulla estrema gravità di questo Regolamento. L’atto adottato dalla Giunta parla espressamente di abbattimenti di cervidi in tutto il Titolo II non a caso intitolato “Gestione faunistico-venatoria dei cervidi”! E l’articolo 6 descrive puntualmente come si autorizzerà l’abbattimento di questi animali mentre l’articolo 7 è dedicato al tipo di armi da usare.

Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “Il Governo Chiodi ha preso un incredibile abbaglio, con un provvedimento inviso alla stragrande maggioranza dei cittadini di ogni colore politico. Il Cervo e il Capriolo sono i beniamini delle famiglie di turisti che in ogni stagione affollano le nostre montagne e i nostri parchi. I visitatori si aspettano di poter vedere grandi animali nelle aree protette. Considerata la difficoltà di osservare lupi e orsi, la presenza di cervi e caprioli diviene uno degli spettacoli più apprezzati. Basta andare nei social network per verificare la popolarità di queste specie, tanto che vi sono diverse cooperative e operatori economici che ne promuovono l’osservazione in natura. L’emozione che suscita l’incontro con i branchi di cervi durante un’escursione diviene così un’esperienza indimenticabile per migliaia di visitatori ogni anno. 
L’apertura della caccia, oltre a diminuirne il numero, renderebbe gli animali molto più sospettosi e, quindi, meno osservabili. La situazione nelle Alpi, dove Cervo e Capriolo si cacciano tradizionalmente, è 
completamente diversa da quella dell’Appennino centrale perché nella nostra regione, al contrario del Nord Italia, le due specie si erano estinte tantissimi anni fa e solo la reintroduzione avvenuta nel Parco d’Abruzzo negli Anni ‘70 ha portato alla rinascita di una popolazione. 
La sensibilità dei cittadini nei confronti di questi animali è cresciuta di pari passo con quella verso le aree protette. Cervo e Capriolo furono reintrodotti proprio per ricreare la catena alimentare spezzata dall’uomo tanti decenni or sono, riportando sulle montagne le prede di orso e lupo. Il divertimento di pochi non può imporsi sulla sensibilità della stragrande maggioranza degli abruzzesi. Il WWF per questo plaude al ricorso presentato dai consiglieri regionali di opposizione davanti al Collegio per le Garanzie Statutarie del Consiglio e conferma che farà ogni azione possibile, anche attraverso le vie giudiziarie, per annullare questo vergognoso provvedimento”.

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