martedì 23 ottobre 2012

In Abruzzo non si spara a Bambi: bocciata la delibera di Chiodi e Febbo

IN ABRUZZO NON SI SPARA A BAMBI: ACCOLTO RICORSO RIFONDAZIONE

IL COLLEGIO DELLE GARANZIE STATUTARIE BOCCIA DELIBERA DI CHIODI E FEBBO



I cervi e i caprioli abruzzesi sono salvi, mentre Chiodi e Febbo fanno la solita figuraccia. Il Collegio delle Garanzie Statutarie ha accolto il mio ricorso contro la delibera con cui la Giunta regionale apriva la strada alla caccia a cervi e caprioli in Abruzzo.
La delibera di giunta regionale n° 605, approvata il primo settembre 2012, e denominata "Indirizzi generali di gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazione di cervi e caprioli", è stata dichiarata in contrasto con l'articolo 13 dello Statuto regionale.
Il parere del Collegio delle Garanzie Statutarie conferma tutti i rilievi che avevo avanzato rispetto al provvedimento.

Ringrazio i colleghi consiglieri dell’opposizione (Walter Caporale, Antonio Saia, Carlo Costantini, Cesare D’Alessandro, Lucrezio Paolini, Camillo Sulpizio, Paolo Palomba, Franco Caramanico, Gino Milano, Claudio Ruffini, Giovanni D’Amico) che hanno condiviso i motivi esposti nel ricorso e con le loro firme ne hanno reso possibile la presentazione ai sensi dello Statuto*.
Il Collegio delle Garanzie Statutarie ha accolto la nostra istanza e ha definito il provvedimento dell'esecutivo «una invasione da parte della giunta regionale delle funzioni statutariamente riservate al Consiglio regionale».
Come da noi sostenuto il Collegio ha riconosciuto la natura regolamentare del provvedimento che quindi non poteva essere approvato con delibera di Giunta nonché il contrasto con la legge regionale n.10/2004 che assegna al Consiglio Regionale “le funzioni amministrative di programmazione e di coordinamento ai fini della pianificazione faunistico-venatoria”.
All’assessore Febbo consigliamo di meditare sul noto proverbio: la superbia parte a cavallo e ritorna a piedi.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

* Possono presentare ricorso al Collegio delle Garanzie Statutarie un quinto dei consiglieri.

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