Il WWF alla nuova Giunta Regionale: "Sulla caccia occorre cambiare passo"
Assurdo riproporre un calendario venatorio identico a quello dello scorso anno. Chiodi e il suo assessore Febbo rappresentano un pessimo esempio: in cinque anni hanno collezionato ben 14 sconfitte giudiziarie in materia di caccia. Il WWF chiede che si volti finalmente pagina nell'interesse della fauna, della natura e anche dei tanti cacciatori sensibili ai temi ambientali.
No alla preapertura e alle estensioni dei periodi venatori e delle specie cacciabili. La tutela dell'orso marsicano diventi davvero una priorità assoluta
PESCARA – Quattordici sono state le sconfitte giudiziarie nel quinquennio della Giunta Chiodi-Febbo in materia di caccia, un record per l'Italia, un numero talmente elevato che fa capire a qualunque cittadino in quale modo finora l'ambiente e la fauna selvatica siano stati gestiti dalla politica regionale. Un disastro nella pianificazione faunistico-venatoria che ha prodotto diversi richiami dei giudici amministrativi a seguito delle istanze del WWF e di altre associazioni ricorrenti. Il WWF si sarebbe atteso dal nuovo governo regionale un cambio di passo deciso, per convinzioni ma anche semplicemente per un atteggiamento meno testardo e più ragionevole, nel rispetto di quanto disposto dalla magistratura in questi anni.
Dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: "L'ufficio Caccia della Regione ha da pochi giorni presentato una proposta di calendario venatorio che rappresenta purtroppo una totale e inaccettabile continuità con il passato: si tratta in pratica dello stesso testo dello scorso anno. Chiediamo all'assessore Dino Pepe un deciso cambio di passo rispetto al suo predecessore e scelte coraggiose per il nuovo calendario venatorio. Un cambiamento che, ne sono certo, sarebbe apprezzato anche da quella parte del mondo venatorio che è sensibile ai temi ambientali e che non interpreta la caccia come un malsano massacro senza regole".
Il coordinatore delle Guardie ambientali e del "gruppo caccia" del WWF Abruzzo, Claudio Allegrino, scende nel dettaglio per denunciare alcune delle maggiori criticità del calendario proposto: "Tra le diverse questioni che non possono essere accettate dal WWF segnalo, ad esempio, la pre-apertura della caccia ad alcune specie già dai primi di settembre e il posticipo della chiusura al mese di febbraio, periodi in cui molte specie sono ancora i fase di nidificazione (settembre) o all'inizio della migrazione prenuziale (febbraio). È intollerabile estendere i periodi di caccia anche in considerazione delle gravi lacune pianificatorie dell'Ufficio Caccia regionale. L'Abruzzo continua a basarsi su un Piano Faunistico Venatorio Regionale scaduto da diversi anni e ormai superato. È inoltre inaccettabile l'estensione del periodo di caccia a diverse specie, provvedimento per il quale già l'anno scorso l'ISPRA (l'istituto che per legge deve fornire supporti tecnico-scientifici sui calendari venatori regionali) ha espresso parere sfavorevole in quanto, per diverse specie, i periodi e le modalità di prelievo riportati nel calendario venatorio abruzzese risultavano essere più estesi rispetto a quelli ammessi".
Aggiunge Mirko Di Marzio, rappresentante WWF nella Consulta regionale della caccia: "È da sottolineare negativamente la mancata tutela delle aree in cui vi è la presenza dei pochi esemplari di orso bruno marsicano rimasti: il T.A.R. Abruzzo, con una sentenza del 2013, ha evidenziato che la Regione Abruzzo ha mancato di proteggerlo, evitando di normare in maniera più stringente l'attività venatoria nelle aree di maggiore presenza della specie".
"Di fronte a una situazione di emergenza come quella che sta vivendo l'orso bruno marsicano, specie simbolo dell'Abruzzo, nota e seguita in tutto il mondo, è del tutto indispensabile – conclude il presidente Luciano Di Tizio - prevedere una protezione della specie nell'intero areale di distribuzione individuato nell'accordo PATOM, che si ricorda è stato sottoscritto dalla stessa Regione Abruzzo insieme al Ministero per la tutela dell' Ambiente e altri Enti , limitando in tali spazi la presenza dell'attività venatoria a periodi e modalità compatibili con la tutela del plantigrado. Il nostro auspicio è che l'assessore Pepe e lo stesso presidente D'Alfonso vogliano rimarcare subito la distanza con le scelte sbagliate dei loro predecessori e chiedano agli uffici, organi esecutori e non di scelta politica, una profonda e immediata revisione della proposta di calendario venatorio attualmente disponibile nel sito della Regione. Vorremmo non essere più costretti ad adire le vie legali per avviare invece finalmente un percorso di confronto e collaborazione nell'interesse della fauna, del mondo agricolo e degli abruzzesi".
Pescara, 11 luglio 2014
Nessun commento:
Posta un commento