L'AQUILA - "Chi si aspettava che il nuovo governo regionale avrebbe tenuto in adeguato conto la necessità di gestire la fauna selvatica in modo razionale ha ora compreso che nulla sta cambiando rispetto al passato".
Così Stefano Allavena, delegato abruzzese della Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), sulla bozza di calendario venatorio presentata dall'ufficio caccia della Regione Abruzzo che, a suo avviso, non sarebbe nient'altro che "una fotocopia di quella dello scroso anno".
La Lipu, lo scorso 7 luglio, aveva inviato una lettera alla giunta del presidente Luciano D'Alfonso nella quale invitava la governance "ad adeguare le prescrizioni a quanto deciso a livello comunitario per la tutela degli uccelli selvatici e che gli Stati membri sono tenuti a rispettare, in vista della prossima emanazione del calendario venatorio per la stagione 2014/15".
"Si raccomandava, tra l’altro, che la caccia a tutte le specie di uccelli venga completamente chiusa entro e non oltre il 20 gennaio, senza deroghe ed eccezioni, che non venga ammessa alcuna forma di preapertura, e che si eviti ogni posticipo oltre il 31 gennaio della chiusura della stagione venatoria - si legge nella nota - Le associazioni chiedevano poi che, sempre in applicazione delle normative comunitarie, la coturnice, la pavoncella, il combattente e il moriglione non vengano inseriti tra le specie cacciabili e che venga sospesa la caccia a starna, canapiglia, moretta, codone, mestolone, marzaiola, beccaccino, frullino, quaglia, beccaccia, tortora e allodola., fino a quando non saranno stati adottati adeguati piani di gestione e programmi di conservazione per le specie e i relativi habitat".
"La Lipu raccomandava anche che venga sottoposto a valutazione di incidenza il piano faunistico venatorio regionale e quelli provinciali e che venga adottato l’esplicito divieto di caccia nei siti della Rete Natura 2000 e cioè nelle zone di protezione speciale e nei siti di importanza comunitaria - prosegue la nota - Particolarmente importante è poi la raccomandazione del divieto di utilizzo delle munizioni di piombo per la caccia al cinghiale e nelle zone umide, come ormai sancito da numerose sentenze di alcuni Tar, tra cui quello della Liguria. Il piombo è un fattore di grave inquinamento degli ambienti ed è assai pericoloso non solo per la salute umana ma anche per gli animali, tra cui specie di particolare valore naturalistico come l’avvoltoio grifone, l’aquila reale, il lupo e l’orso".
In relazione al problema dell’orso marsicano che rischia l'estinzione, la Lipu precisa che "ci si sarebbe aspettati che la Regione prescrivesse misure più restrittive dell’attività venatoria nelle zone più importanti per la specie. Tra le richieste vi era anche quella di estendere le misure di conservazione previste nelle zone di protezione speciale anche agli habitat esterni ad esse, come le zone cuscinetto e altri ambienti di rilevanza naturalistica".
"Purtroppo invece constatiamo che alla Regione sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa. L’ufficio caccia della Regione ha infatti presentato una bozza che non tiene in alcun conto non solo le richieste presentate dalla Lipu e dalle altre associazioni ambientaliste, al fine di rendere compatibile l’attività venatoria con la tutela della fauna abruzzese, ma anche le numerose pronunce degli anni scorsi della magistratura amministrativa contro i contenuti dei calendari venatori della Regione", conclude la nota.
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