Scurcola Marsicana. Il Presidente Atc Roveto -Carseolano Carlo Piccirilli rende noto che in data 22/07/2014 il Vice-Sindaco del Comune di Scurcola Marsicana, nella persona di Antonio Bartolucci, ha impedito alla Polizia Provinciale e al gruppo di sele-controllori presenti sul posto di svolgere l’attività di abbattimento selettivo della specie cinghiale programmata nel tardo pomeriggio del giorno 22/07/2014 nel territorio di Scurcola Marsicana. Tale abbattimento veniva effettuato in esecuzione del Piano di Controllo Cinghiali disposto con Decreto del Presidente della Provincia di L’Aquila n. 25/2014 ed autorizzato da ISPRA e Regione. “un atto grave sul quale abbiamo dato mandato ai nostri legali per verificare se sussistono i presupposti di un’azione legale nei confronti del Vice Sindaco che, senza apparenti e valide giustificazioni, ha interrotto un pubblico servizio” tuona Stefano Fabrizi Direttore Provinciale di Confagricoltura L’Aquila “Speriamo che gli agricoltori di Scurcola, che subiscono quotidianamente danni dai cinghiali, sappiano apprezzare la collaborazione del loro zelante vice-sindaco nei confronti delle guardie provinciale e dei selecontrollori”conclude Stefano Fabrizi. Nel frattempo è stata data la corretta interpretazione ad una circolare della Direzione Agricoltura sull’attribuzione dei cinghiali abbattuti grazie alla disponibilità della direttrice De Rubeis della ASL e del comandante della polizia provinciale Del Boccio che hanno concordato il modus operanti si che le attività possano rapidamente proseguire. Il prezioso intervento dei selecontrollori e delle guardie provinciali sta avendo alcuni risultati, tuttavia si segnalano ingenti danni nella zona limitrofa alla riserva di Raiano dove i raccolti di cereali e mais sono letteralmente devastati.
mercoledì 30 luglio 2014
martedì 29 luglio 2014
Abruzzo, calendario venatorio. Lipu: "da Regione fotocopia del vecchio"
L'AQUILA - "Chi si aspettava che il nuovo governo regionale avrebbe tenuto in adeguato conto la necessità di gestire la fauna selvatica in modo razionale ha ora compreso che nulla sta cambiando rispetto al passato".
Così Stefano Allavena, delegato abruzzese della Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu), sulla bozza di calendario venatorio presentata dall'ufficio caccia della Regione Abruzzo che, a suo avviso, non sarebbe nient'altro che "una fotocopia di quella dello scroso anno".
La Lipu, lo scorso 7 luglio, aveva inviato una lettera alla giunta del presidente Luciano D'Alfonso nella quale invitava la governance "ad adeguare le prescrizioni a quanto deciso a livello comunitario per la tutela degli uccelli selvatici e che gli Stati membri sono tenuti a rispettare, in vista della prossima emanazione del calendario venatorio per la stagione 2014/15".
"Si raccomandava, tra l’altro, che la caccia a tutte le specie di uccelli venga completamente chiusa entro e non oltre il 20 gennaio, senza deroghe ed eccezioni, che non venga ammessa alcuna forma di preapertura, e che si eviti ogni posticipo oltre il 31 gennaio della chiusura della stagione venatoria - si legge nella nota - Le associazioni chiedevano poi che, sempre in applicazione delle normative comunitarie, la coturnice, la pavoncella, il combattente e il moriglione non vengano inseriti tra le specie cacciabili e che venga sospesa la caccia a starna, canapiglia, moretta, codone, mestolone, marzaiola, beccaccino, frullino, quaglia, beccaccia, tortora e allodola., fino a quando non saranno stati adottati adeguati piani di gestione e programmi di conservazione per le specie e i relativi habitat".
"La Lipu raccomandava anche che venga sottoposto a valutazione di incidenza il piano faunistico venatorio regionale e quelli provinciali e che venga adottato l’esplicito divieto di caccia nei siti della Rete Natura 2000 e cioè nelle zone di protezione speciale e nei siti di importanza comunitaria - prosegue la nota - Particolarmente importante è poi la raccomandazione del divieto di utilizzo delle munizioni di piombo per la caccia al cinghiale e nelle zone umide, come ormai sancito da numerose sentenze di alcuni Tar, tra cui quello della Liguria. Il piombo è un fattore di grave inquinamento degli ambienti ed è assai pericoloso non solo per la salute umana ma anche per gli animali, tra cui specie di particolare valore naturalistico come l’avvoltoio grifone, l’aquila reale, il lupo e l’orso".
In relazione al problema dell’orso marsicano che rischia l'estinzione, la Lipu precisa che "ci si sarebbe aspettati che la Regione prescrivesse misure più restrittive dell’attività venatoria nelle zone più importanti per la specie. Tra le richieste vi era anche quella di estendere le misure di conservazione previste nelle zone di protezione speciale anche agli habitat esterni ad esse, come le zone cuscinetto e altri ambienti di rilevanza naturalistica".
"Purtroppo invece constatiamo che alla Regione sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa. L’ufficio caccia della Regione ha infatti presentato una bozza che non tiene in alcun conto non solo le richieste presentate dalla Lipu e dalle altre associazioni ambientaliste, al fine di rendere compatibile l’attività venatoria con la tutela della fauna abruzzese, ma anche le numerose pronunce degli anni scorsi della magistratura amministrativa contro i contenuti dei calendari venatori della Regione", conclude la nota.
giovedì 24 luglio 2014
Provincia di Chieti: via libera all’abbattimento di 1791 volpi in tre anni Il WWF al Prefetto: bloccare tutto per la tutela dell’incolumità pubblica
COMUNICATO STAMPA WWF ABRUZZO DEL 24 LUGLIO 2014
Provincia di Chieti: via libera all’abbattimento di 1791 volpi in tre anni
Il WWF al Prefetto: bloccare tutto per la tutela dell’incolumità pubblica
Cacciatori armati di notte senza alcun controllo
CHIETI: Con Delibera di Giunta n. 86 del 08/05/14 la Provincia di Chieti ha approvato il “Piano triennale di controllo delle popolazioni di volpi in alcune ZRC e aree cinofile del territorio dell’ATC chietino-lancianese”.
Dai primi giorni di luglio 2014 risulta al WWF che siano iniziate le attività di abbattimento delle volpi a cura dei cosiddetti “selecontrollori”, ossia di cacciatori che dovrebbero essere autorizzati dalla Provincia di Chieti.
Secondo il “Protocollo operativo telecontrollo notturno alla volpe” l’abbattimento avviene esclusivamente da autoveicolo con carabina e utilizzo del faro, tutti i giorni dell’anno (ad eccezione di maggio e giugno) con orari che vanno, a luglio, dalle 21:00 alle 03:00.
Dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “Da segnalazioni che ci giungono da diversi cacciatori che non condividono simili metodi, gli abbattimenti notturni alla volpe stanno avvenendo senza il controllo degli organi di polizia. In pratica i cacciatori escono di notte armati di fari e carabine e nessuno vigila sul rispetto delle leggi e delle regole. Chi garantisce che i cacciatori abbattano solo volpi? Chi controlla che vengano effettati abbattimenti solo nelle aree affidate? Chi verifica che nella ZRC di Casoli siano utilizzate, come prescritto, esclusivamente munizioni prive di piombo? Chi garantisce che gli “equipaggi” siano composti solo da cacciatori autorizzati? Ma soprattutto, anche a seguito delle persone già morte a causa della caccia notturna più o meno lecita, chi garantisce l’incolumità pubblica durante le attività di abbattimento?”
Aggiunge Claudio Allegrino, responsabile caccia del WWF Abruzzo: “La Provincia di Chieti è moribonda e i cacciatori ne approfittano: si sostituiscono alle autorità preposte, come sta avvenendo con gli abbattimenti delle volpi. La legge prevede prima la prevenzione, poi l’utilizzo di metodi ecologici per il controllo della fauna selvatica. Solo come ultima soluzione consente l’utilizzo delle armi da fuoco. E anche in quest’ultimo caso la legge autorizza gli abbattimenti da parte della Polizia Provinciale e del Corpo Forestale dello Stato. Soltanto in mancanza di alternative possono essere autorizzati i cacciatori. Nella realtà invece avviene il contrario. È ora che le autorità e la politica intervengano a ristabilire un minimo di controllo da parte della Pubblica Amministrazione”.
Conclude Luciano Di Tizio: “Fermo restando il giudizio fortemente critico del WWF in relazione a interventi con i fucili per la gestione faunistica, sostanzialmente bocciata anche dall’ISPRA (si veda il documento citato in calce), abbiamo inviato alle autorità un dettagliato esposto dove chiediamo di verificare il rispetto della normativa vigente. In particolare chiediamo al Prefetto di Chieti di sospendere immediatamente le operazioni di abbattimento notturno della fauna selvatica fino a quando non venga garantita la sicurezza per l’incolumità pubblica”.
La “bocciatura” dell’ISPRA del controllo dei predatori attraverso abbattimenti
Si riportano qui di seguito alcune brevi citazioni tratte dal Documento Tecnico “Biologia e gestione del fagiano”, pubblicato dall’ISPRA (ex INFS). L’ISPRA è Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è vigilato dal Ministero dell’Ambiente e in generale si occupa di attività di formazione sui temi ambientali. È deputato, in particolare, al rilascio dei pareri tecnici alle Pubbliche Amministrazioni nel campo della pianificazione faunistico-venatoria.
· (…), “il controllo delle specie predatorie come la volpe non rappresenta uno strumento di conservazione ma una manipolazione delle zoocenosi funzionale a chiari interessi di carattere economico e sociale”.
· (…), “quella del controllo dei predatori rimane sostanzialmente una scelta funzionale ad accrescere i carnieri venatori e come tale, non viene accettata da una parte della pubblica opinione.”
· (…) Queste azioni (n.d.r.: ci si riferisce al controllo numerico dei predatori) presentano effetti in genere limitati nel tempo a causa dell’attivazione, da parte degli individui superstiti, di meccanismi fisiologici ed ecologici di reazione finalizzati a recuperare le consistenze numeriche perdute (…)”
venerdì 18 luglio 2014
Cinghiali, l’EnalCaccia: «Abbattimenti inutili, non risolvono il problema nel Vastese»
In risposta alla sua domanda inerente la posizione assunta dall’Enalcaccia sul selecontrollo in Regione Abruzzo ed in special modo nell’ATC Vastese. Indubbiamente l’Enalcaccia Abruzzo non approva sic et simpliciter quello che ne è derivato soprattutto nel Vastese, territorio completamente impreparato per certe forme di convivenza. La pessima gestione da parte dell’ATC, dall’insediamento della presidenza D’Angelo ad oggi, è la sola causa responsabile delle incomprensioni insorte. Prima di procedere con gli abbattimenti, l’ATC, avrebbe dovuto quantomeno tentare tutte le altre forme di contenimento previste e ben elencate nel regolamento stesso e solo in ultima analisi decretare gli abbattimenti che appaiono fortemente ridicoli (si possono abbattere solo novanta capi) nel risolvere il problema “cinghiali”. Invece si è preoccupato subito e solo della formazione dei selecontrollori, forse mal consigliati dall’onnipresente avv. Nicolucci che da anni si riempie la bocca di una caccia sostenibile e di prelievi mirati col selecontrollo dimenticando che questa forma di caccia non rientra nella nostra tradizione culturale che è quella segugistica.
Tutte le forme di caccia vanno difese, anche quella con la carabina, ma questa non può cancellare la nostra tradizionale col segugio che ha radici millenarie nei nostri territori, essa non ci appartiene. Il selecontrollo in Abruzzo doveva essere rivolto soprattutto all’apertura della caccia ad altri ungulati in esubero e cioè: cervo, daino, capriolo che spadroneggiano nel 68% del nostro territorio chiuso assieme al cinghiale. I politici della nostra Regione conoscono bene il problema ed i limiti della legge nazionale e delle clausole europee, ma non ignorano le rimostranze di un ambientalismo fondamentalista che trova in determinate norme un efficace scudo varando ogni anno un calendario venatorio già morto in partenza, perché fatta la legge è trovato il ricorso come quello dell’anno scorso che solo grazie all’operato dell’Enalcaccia è stato superato.
L’Enalcaccia Abruzzo auspica una rivisitazione in tempi brevi da parte dell’organo competente dell’intero regolamento, includendo tutti i punti precedentemente esclusi e con tutto ciò che esso comporta compreso il selecontrollo ed invita gli ATC a dimostrare più attenzione e competenza nella gestione del proprio territorio operando attualmente col selecontrollo solo in quei territori dove sia veramente necessario un giusto prelievo del cinghiale a salvaguardia dei cittadini, dell’agricoltura e dell’altra fauna stessa.
Non abbia paura, e mi riferisco esclusivamente all’ATC Vastese, di interrompere questa pratica qualora ritenuta non necessaria.
L’abbattimento di solo 90 capi decretato mi sembra confermi quanto scritto e dimostra che gli interventi sono inutili ai fini di un vero contenimento, sembra più dare un segnale ai sostenitori del selecontrollo e un contentino a quanti hanno pagato profumatamente per avere la qualifica, per farli divertire un po’.
Ivano Cirese
delegato regionale EnalCaccia
mercoledì 16 luglio 2014
Magliano de' Marsi (AQ). Abbattimento dei cinghiali, il sindaco Iacoboni: siamo sulla strada giusta
Magliano de’ Marsi. L’amministrazione Comunale di Magliano Dei Marsi esprime la propria soddisfazione per lo svolgimento delle operazioni di abbattimento selettivo dei cinghiali, poste in essere dalla Provincia dell’Aquila, finalizzate al contenimento della presenza degli ungulati nel proprio territorio, foriero di importanti danni alle colture e fonte di pericolo per i cittadini. “ Siamo sulla strada giusta – afferma l’assessore all’Ambiente Antonio Morgante – il lavoro della Polizia Provinciale sta ottenendo gli effetti sperati e costituisce prova che quando si concerta un’operazione con tutti gli Enti preposti e con il benestare delle Associazioni di categoria, i risultati sono evidenti”. “Ringrazio la Provincia dell’Aquila ed il suo Presidente – chiosa il Sindaco Gianfranco Iacoboni – per la sensibilità dimostrata e per il lavoro di coordinamento svolto con le Amministrazioni Comunale coinvolte”.
martedì 15 luglio 2014
Fraine (Ch). Bracconaggio: l’Enalcaccia se la prende con i selecontrollori
E’ guerra aperta nel mondo venatorio e addirittura qualche associazione locale plaude e solidarizza con i “disturbatori” che tentano di sabotare il selecontrollo. «Le sezioni Enalcaccia di Torrebruna, Guardiabruna, Castelguidone e Celenza sul Trigno, sono solidari con i disturbatoli di Furci nei confronti dei selecontrollori. – è la dichiarazione pubblicata on line da Giuseppe Femminilli di Torrebruna – Caro Angelo Pessolano l’ATC Vastese ha sponsorizzato un gruppo di bracconieri autorizzati dalla pubblica amministrazione. – continua Femminilli, prima di prendersela anche con la stampa locale – Caro Bottone se la caccia per te è una mattanza sparando ha dei bidoni fermi, inermi che cercano cibo per la loro sopravvivenza, il sottoscritto si meraviglia che è venuto a caccia 20 anni con te, credendo che eri un battagliero lupo di montagna legato al territorio, invece ti sei evidenziato come un semplice cavalluccio di mare». Sarebbe interessante capire quanta rappresentanza, nel mondo venatorio locale, riescono ad esprime le sezioni riunite dell’Enalcaccia di Torrebruna, Guardiabruna, Castelguidone e Celenza sul Trigno e se i vertici provinciali dell’associazioni sono stati preventivamente informati di questa “uscita” infelice di qualche rappresentante locale. Essere contro il selecontrollo per motivazioni più o meno scientifiche o più o meno sciocche è sicuramente lecito, ma solidarizzare con chi disturba materialmente le operazioni è ben altra cosa. Inoltre la temuta mattanza di cui parla Femminilli non c’è affatto stata, basta controllare i dati degli abbattimenti relativi alla prima settimana di selecontrollo. Tredici cinghiali prelevati, poco più del dieci per cento, tutti certificati e controllati dal punto di vista sanitario, diversamente da quanto succede con i più numerosi abbattimenti derivanti dall’incontrollato fenomeno del bracconaggio. L’Enalcaccia di Torrebruna, però, rispetto al bracconaggio, non ha mai preso posizione, non ha mai condannato pubblicamente la reale mattanza che alimenta il mercato nero. A replicare seccamente alle accuse dell’EnalCaccia è Angelo Pessolano, supervisore di campo delle attività di selecontrollo: «Segnalazione di ieri arrivata in ambito: una squadra di cinghialai ha effettuato una battuta di caccia in piena regola nelle zone Roccaspinalveti-Fraine. Ora caro amico Femminilli Giuseppe che fai, sei solidale anche con loro? O forse quelli sono bracconieri non autorizzati dalla provincia? Come mai nessuno ne parla, nessuno denuncia?».
Francesco Bottone
lunedì 14 luglio 2014
Selecontrollo nel vastese: la mattanza non c’è stata, smentiti i “bracconieri”
Sono soltanto tredici i cinghiali abbattuti nel corso della prima settimana di prelievi selettivi nel territorio del Vastese.
Prima settimana, primi bilanci per l’operazione di contenimento della specie cinghiale messa in campo dalla Provincia e dall’Atc Vastese che andrà avanti fino alla fine di agosto. Quaranta i selecontrollori in azione in dodici distretti sul territorio, dalla costa all’Alto Vastese, che hanno dato avvio alle operazioni finalizzate a contrastare i danni all’agricoltura causati dai cinghiali e i continui incidenti stradali soprattutto nella zona di Vasto-Casalbordino.
La temuta mattanza non c’è stata, perché in questa prima settimana sono stati appena tredici i cinghiali abbattuti. Un numero intuibilmente e sensibilmente inferiore rispetto a quello stimato derivante dal bracconaggio.
Il piano di prelievo della Provincia prevede, nel Vastese, un numero complessivo di novanta esemplari da abbattere, divisi ovviamente per classi di età. Siamo dunque a poco più del dieci per cento degli abbattimenti.
Un’operazione, questa del selecontrollo, o meglio dei prelievi selettivi di cinghiali, che è stata preceduta e accompagnata dalle polemiche sollevate ad arte da alcune frange del mondo venatorio.
Polemiche alle quali risponde il supervisore delle attività di campo incaricato dalla Provincia, Angelo Pessolano: «Si andrà avanti come da accordo con la Provincia, anzi dalla prossima settimana aumenteranno di dieci unità i selecontrollori e si apriranno altre unità di gestione come da programma. I i controlli ci saranno, come ci sono stati per i selecontrollori e non passeremo sopra ad azioni di disturbo denunciando chiunque ci crei problemi o ostacoli il pubblico ufficio degli stessi».
Rispetto alle accuse mosse da chi definisce i selecontrollori dei «bracconieri autorizzati», Pessolano ribatte: «La cosa che mi lascia perplesso è che fino a qualche giorno fa, quando i selecontrollori non entravano ancora in azione, nessuno si è mai lamentato di coloro che vanno in giro la notte a sparare, i veri bracconieri, che fanno realmente danno alla specie, ora invece sembra che i selecontrollori siano tutti dei poco di buono. Invece proprio i selecontrollori hanno segnalato, in questi giorni, dei bracconieri in azione a Vasto, Montazzoli, Atessa e Carpineto Sinello».
«Dobbiamo effettuare un prelievo quali-quantitativo per non destrutturare i branchi dei cinghiali, ma per far sì che si possano sviluppare in numero sostenibile rispetto alle attività agricole. – chiude Pessolano - In cinque giorni di selecontrollo sono stati abbattuti tredici cinghiali, rimangono ancora sette settimane per completare il piano di abbattimento. Il nostro scopo finale è dare una risposta al mondo agricolo senza creare danni al nostro mondo venatorio».
Francesco Bottone
sabato 12 luglio 2014
Furci (Ch). Ostacola le operazioni dei selecontrollori, ora rischia una denuncia
L’episodio si è verificato ieri sera in agro di Furci. Mentre due selecontrollori ( a beneficio dei lettori: il selecontrollore coadiuva gli agenti venatori provinciali nelle operazioni di controllo delle specie animali vengono dette invadenti. Uno degli animali sottoposto a caccia di selezione è sicuramente il cinghiale) incaricati dall’Atc e dalla Provincia erano in appostamento per operare prelievi di cinghiali, sono stati raggiunti da un altro cacciatore del posto il quale ha tentato di sabotare le operazioni. Ne è nata una accesa discussione in seguito alla quale i selecontrollori, dopo aver sentito il parere del supervisore delle attività di campo della Provincia, sono stati costretti a sospendere le operazioni. Lo spiacevole episodio è stato messo a verbale dai selecontrollori. L’Atc Vastese ha già sentito il parere di un legale e per il disturbatore si prospetta una denuncia.
«In una delle unità di gestione attivate qualcuno si è permesso di creare problemi ai selecontrollori i quali dopo avermi sentito e vista l’impossibilità di proseguire hanno dovuto interrompere la loro azione tra l’altro su un territorio con grossissimi problemi per danni all’agricoltura. – spiega Angelo Pessolano, supervisore delle attività di campo incaricato dalla Provincia – Appena ricevuto il verbale il tizio che ha interrotto il lavoro dei selecontrollori verrà denunciato per interruzione di pubblico ufficio . E così accadrà ovunque ciò dovesse capitare».
Oltre al disturbatore di Furci i selecontrollori in azione in questi giorni hanno segnalato alla Forestale e alla Polizia provinciale alcuni casi di bracconaggio. In particolare si tratta di episodi verificatisi a Montazzoli, Atessa e Carpineto Sinello. Anche a Vasto un bracconiere è stato colto in azione con un faro mentre cercava selvaggina in piena notte. I selecontrollori hanno preso la targa dell’autovettura e segnalato il caso alla Forestale.
venerdì 11 luglio 2014
Il WWF alla nuova Giunta Regionale: "sulla caccia occorre cambiare passo"
Il WWF alla nuova Giunta Regionale: "Sulla caccia occorre cambiare passo"
Assurdo riproporre un calendario venatorio identico a quello dello scorso anno. Chiodi e il suo assessore Febbo rappresentano un pessimo esempio: in cinque anni hanno collezionato ben 14 sconfitte giudiziarie in materia di caccia. Il WWF chiede che si volti finalmente pagina nell'interesse della fauna, della natura e anche dei tanti cacciatori sensibili ai temi ambientali.
No alla preapertura e alle estensioni dei periodi venatori e delle specie cacciabili. La tutela dell'orso marsicano diventi davvero una priorità assoluta
PESCARA – Quattordici sono state le sconfitte giudiziarie nel quinquennio della Giunta Chiodi-Febbo in materia di caccia, un record per l'Italia, un numero talmente elevato che fa capire a qualunque cittadino in quale modo finora l'ambiente e la fauna selvatica siano stati gestiti dalla politica regionale. Un disastro nella pianificazione faunistico-venatoria che ha prodotto diversi richiami dei giudici amministrativi a seguito delle istanze del WWF e di altre associazioni ricorrenti. Il WWF si sarebbe atteso dal nuovo governo regionale un cambio di passo deciso, per convinzioni ma anche semplicemente per un atteggiamento meno testardo e più ragionevole, nel rispetto di quanto disposto dalla magistratura in questi anni.
Dichiara Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: "L'ufficio Caccia della Regione ha da pochi giorni presentato una proposta di calendario venatorio che rappresenta purtroppo una totale e inaccettabile continuità con il passato: si tratta in pratica dello stesso testo dello scorso anno. Chiediamo all'assessore Dino Pepe un deciso cambio di passo rispetto al suo predecessore e scelte coraggiose per il nuovo calendario venatorio. Un cambiamento che, ne sono certo, sarebbe apprezzato anche da quella parte del mondo venatorio che è sensibile ai temi ambientali e che non interpreta la caccia come un malsano massacro senza regole".
Il coordinatore delle Guardie ambientali e del "gruppo caccia" del WWF Abruzzo, Claudio Allegrino, scende nel dettaglio per denunciare alcune delle maggiori criticità del calendario proposto: "Tra le diverse questioni che non possono essere accettate dal WWF segnalo, ad esempio, la pre-apertura della caccia ad alcune specie già dai primi di settembre e il posticipo della chiusura al mese di febbraio, periodi in cui molte specie sono ancora i fase di nidificazione (settembre) o all'inizio della migrazione prenuziale (febbraio). È intollerabile estendere i periodi di caccia anche in considerazione delle gravi lacune pianificatorie dell'Ufficio Caccia regionale. L'Abruzzo continua a basarsi su un Piano Faunistico Venatorio Regionale scaduto da diversi anni e ormai superato. È inoltre inaccettabile l'estensione del periodo di caccia a diverse specie, provvedimento per il quale già l'anno scorso l'ISPRA (l'istituto che per legge deve fornire supporti tecnico-scientifici sui calendari venatori regionali) ha espresso parere sfavorevole in quanto, per diverse specie, i periodi e le modalità di prelievo riportati nel calendario venatorio abruzzese risultavano essere più estesi rispetto a quelli ammessi".
Aggiunge Mirko Di Marzio, rappresentante WWF nella Consulta regionale della caccia: "È da sottolineare negativamente la mancata tutela delle aree in cui vi è la presenza dei pochi esemplari di orso bruno marsicano rimasti: il T.A.R. Abruzzo, con una sentenza del 2013, ha evidenziato che la Regione Abruzzo ha mancato di proteggerlo, evitando di normare in maniera più stringente l'attività venatoria nelle aree di maggiore presenza della specie".
"Di fronte a una situazione di emergenza come quella che sta vivendo l'orso bruno marsicano, specie simbolo dell'Abruzzo, nota e seguita in tutto il mondo, è del tutto indispensabile – conclude il presidente Luciano Di Tizio - prevedere una protezione della specie nell'intero areale di distribuzione individuato nell'accordo PATOM, che si ricorda è stato sottoscritto dalla stessa Regione Abruzzo insieme al Ministero per la tutela dell' Ambiente e altri Enti , limitando in tali spazi la presenza dell'attività venatoria a periodi e modalità compatibili con la tutela del plantigrado. Il nostro auspicio è che l'assessore Pepe e lo stesso presidente D'Alfonso vogliano rimarcare subito la distanza con le scelte sbagliate dei loro predecessori e chiedano agli uffici, organi esecutori e non di scelta politica, una profonda e immediata revisione della proposta di calendario venatorio attualmente disponibile nel sito della Regione. Vorremmo non essere più costretti ad adire le vie legali per avviare invece finalmente un percorso di confronto e collaborazione nell'interesse della fauna, del mondo agricolo e degli abruzzesi".
Pescara, 11 luglio 2014
mercoledì 9 luglio 2014
Vasto. Ostruzionismo della Libera Caccia, ma il selecontrollo parte comunque
Ostruzionismo della Libera Caccia, ma il selecontrollo parte comunque. E questa volta davvero. Si è tenuta nel pomeriggio di ieri, presso la sede dell’Atc Vastese, una riunione tecnica propedeutica all’avvio della fase di prelievo selettivo di cinghiali che prenderà il via, questa volta davvero, lunedì prossimo, il 7 luglio. I selecontrollori in regola con i versamenti e con le armi tarate e certificate sono stati convocati per l’assegnazione dei distretti sui quali operare.
Una riunione tecnica interrotta dall’intervento di Antonio Campitelli, presidente regionale della Libera Caccia, il quale ha sollevato dubbi e perplessità relativamente all’operazione selecontrollo. Carte e documenti alla mano, il presidente Campitelli ha ricordato ai presenti che l’Atc Vastese, con deliberazione in comitato di gestione, aveva stabilito di non dare corso al selecontrollo prima di aver incassato i fondi promessi dalla Provincia, finalizzati a realizzare recinzioni, colture a perdere e altri espedienti di dissuasione a difesa dei campi coltivati.
«Non ci sono fondi, perché la Provincia, nonostante le varie promesse, non li ha ancora girati all’Atc. – ha puntualizzato, polemizzando, Campitelli - La Provincia è quindi inadempiente rispetto agli accordi presi con questo Atc. Propongo, a questo punto, di uscire dal protocollo operativo e di non dare seguito al selecontrollo fino a quando quei fondi non saranno accreditati».
A replicare alle obiezioni della Libera Caccia il supervisore delle attività di campo appena nominato dalla Provincia, Angelo Pessolano: «L’assessore Moroni e il comandante della Polizia provinciale, Ferrante, hanno assicurato a questo Atc che la delibera con qualche saranno trasferiti i fondi verrà firmata venerdì . Comunque si tratta di un falso problema, perché la Provincia ci ha intimato di partire immediatamente con gli abbattimenti, soprattutto nelle zone di Vasto, Furci e Gissi, cioè dove sono maggiori i danni segnalati sia alle attività agricole che gli incidenti stradali dovuti all’attraversamento di cinghiali. Prima gli abbattimenti, solo successivamente i recinti e gli altri dissuasori. Questo è quanto ci ha richiesto di fare la Provincia, anche dopo le reiterate sollecitazioni da parte di Copagri, Coldiretti e Cia».
Dunque abbattimenti selettivi in una prima fase di emergenza urgenza, per l’applicazione della quale non servono i fondi pubblici attesi forse un po’ pretestuosamente da Campitelli.
Polemiche a parte, da lunedì il protocollo operativo prenderà il via.
«Il territorio dell’Atc Vastese è stato suddiviso in 35 distretti, – ha spiegato l’avvocato Giacomo Nicolucci titolare dei corsi abilitanti al selecontrollo - ma in questa prima fase ne attiveremo soltanto 12, quelli indicati dalla Provincia come prioritari. Il piano di abbattimento quali-quantitativo prevede il prelievo di novanta cinghiali. Si tratta di un prelievo con funzioni di controllo, non propriamente di selecontrollo. Tutta l’operazione sarà gestita dall’Atc Vastese in nome e per conto della Provincia. La Polizia provinciale, che supervisiona e coordina l’intera operazione, si occuperà dei controlli e di far rispettare il disciplinare».
E così da lunedì i selecontrollori saranno operativi sul territorio. I maggiori abbattimenti sono previsti nella zona costiera tra Vasto e Casalbordino e di Gissi e Furci dove i danni all’agricoltura sono ingenti, ma anche nell’Alto Vastese, in particolare a Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, Montazzoli, Castelguidone e Celenza sul Trigno sono stati assegnati dei capi. Ad ogni singolo cacciatore è stata assegnata una fascetta numerata che corrisponde ad un solo abbattimento.
Le operazioni potranno essere svolte tutti i giorni, fatta accezione per il sabato e la domenica (quindi compresi il martedì e venerdì normalmente di silenzio venatorio, ndr) dalle ore 18 alle ore 22.
Francesco Bottone
sabato 5 luglio 2014
Bozza Calendario Venatorio Abruzzo 2014-2015
"Il Servizio Economia Ittica e Credito Agrario- ufficio Programmazione attività faunistico-venatoria- rende nota la Bozza di Calendario venatorio per la stagione 2014-2015 che sarà presentata alla Consulta Regionale della Caccia nella seduta del 10 luglio p.v."
Visualizza qui la Bozza Calendario Venatorio Abruzzo 2014-2015
venerdì 4 luglio 2014
L'Aquila. Cinghiali, Del Corvo: partiti gli abbattimenti
(AGENPARL) – Roma, 03 lug – “Sono partiti, oggi, gli abbattimenti dei cinghiali sul territorio della provincia dell’Aquila per il contenimento dei danni alle produzioni agricole – fa sapere il presidente dell’Ente Antonio Del Corvo – abbiamo, inoltre, l’approvazione tecnico-scientifica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che di fatto ha prorogato le attività fino al mese di settembre. Ricordo che gli interventi, coordinati dalla Polizia Provinciale, vedono il coinvolgimento degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e la partecipazione, sulla base di segnalazioni degli stessi agricoltori che, di volta in volta, evidenzieranno ai vigili provinciali, le zone maggiormente colpite dai cinghiali”.
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