Pescara, 31 ago - "Riteniamo che non ci siano le condizioni tali da indurre l'amministrazione regionale ad adottare un provvedimento così drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura in programma l'1 e il 2 settembre". E' quanto afferma l'assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo, in merito alle polemiche sollevate nei giorni scorsi sul calendario venatorio. "Da parte di alcune associazioni ambientaliste locali prosegue Febbo - è stata riportata sui principali organi di stampa la preoccupazione per lo stato di sofferenza in cui possono trovarsi alcune popolazioni di specie selvatiche a causa della prolungata siccità, anche in riferimento alla nota dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che nel suo parere elenca una serie di condizioni critiche in cui la fauna selvatica può trovarsi in seguito alla mancanza di acqua". "tuttavia la Regione Abruzzo, pur condividendo i timori espressi dalle associazioni ambientaliste e dall'ISPRA, ritiene che ad oggi non ci sia uno stato di emergenza tale da richiedere la chiusura della caccia in preapertura sul proprio territorio". "Le osservazioni formulate dall'ISPRA sottolinea - rivestono un carattere generale, ma va poi tenuto conto delle realtà dei singoli territori regionali". Secondo Febbo, nel territorio regionale i livelli idrici degli invasi sia naturali che artificiali sono diminuiti, ma non vi sono bacini in secca (salvo qualche caso eccezionale) e a tutt'oggi non sono pervenute notizie di animali selvatici recuperati che presentino uno stato di debilitazione dovuto alla siccità. Febbo: "Inoltre anche per quanto riguarda gli incendi, l'Abruzzo quest'anno non è stato particolarmente colpito (un migliaio di ettari di superfice boscata, come nella media degli ultimi 3/4 anni: NDR) specie rispetto al 2007 'anno nero' per l'Italia, in cui solo in Abruzzo sono andati in fumo 40 mila ettari di bosco". "Nel calendario venatorio della Regione Abruzzo sono state previste solo 2 giornate di preapertura, l'1 e il 2 settembre, con imposizione del carniere". Le specie cacciabili per le quali è stata consentita la preapertura sono cornacchia, gazza, tortora e merlo. Le prime due specie rientrano tra i cosiddetti predatori opportunisti e per esse alcune Province hanno attuato piani di controllo proprio a causa del numero eccessivo di esemplari. Per quanto riguarda la tortora, si tratta di specie migratrice e nidificante in Abruzzo, per la quale l'ISPRA nelle Guida per la stesura dei calendari venatori, consiglia il prelievo nel periodo di preapertura limitatamente a 3 giornate fisse, con un determinato carniere. Per quanto riguarda il merlo, si tratta di una specie presente in Abruzzo, nidificante e parzialmente sedentaria, che in inverno viene raggiunto da altri individui migratori. Gli habitat in cui tali specie si procurano nutrimento sono essenzialmente campi coltivati o margini di fossi e fiumi, pertanto esse non frequentano le zone umide che possono risentire maggiormente del fenomeno della siccità e in cui, conseguentemente, lo stato di stress delle popolazioni di fauna selvatica potrebbe essere aggravato dal prelievo venatorio. È bene comunque ricordare che in Abruzzo le più importanti aree umide ricadono all'interno delle aree protette, in cui vige il divieto di caccia, che superano il 50 per cento del territorio. Peraltro il raccolto di cereali quest' anno non ha subito alcun decremento, per cui è lecito pensare che sui campi coltivati, dopo il raccolto, vi sia sufficiente presenza di semi di graminacee che possano fornire sostentamento. Per quanto riguarda gli anatidi, il calendario venatorio si è adeguato sia alla Guida dell'ISPRA ed è in linea con le raccomandazioni dell'Istituto formulate in occasione della siccità, in quanto ha previsto l'apertura del prelievo di queste specie il 30 settembre. Anche per quanto concerne l'addestramento cani, è da osservare che generalmente tale attività si volge in estate per circa due ore al mattino presto: considerato pertanto il periodo limitato dell'addestramento e la circostanza per cui esso avviene quasi esclusivamente in zone non umide, l'impatto è da ritenersi ridotto. Per tutte le ragioni sopra esposte, si ritiene che non ci siano ancora condizioni tali che possano indurre l'amministrazione regionale ad adottare un provvedimento così drastico come la sospensione della caccia per le giornate di preapertura. "Rimango invece perplesso conclude Febbo - dai continui attacchi delle associazioni ambientaliste rivolti al calendario venatorio della Regione Abruzzo, che è uno dei calendari più conservativi, specie rispetto ad altre regioni". "Da una verifica effettuata nelle regioni Marche e Umbria emerge che la preapertura è prevista per 3 giornate, in preapertura sono state inserite anche alcune specie di anatidi e l'apertura generale per queste specie è prevista dal 16 settembre". "Sembrerebbe quindi che le associazioni ambientaliste stiano muovendo più un attacco politico che obiezioni fondate sui fatti". (Regflash)
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