COMUNICATO STAMPA 11 SETTEMBRE 2019
Dopo la sospensiva presentato un nuovo Calendario venatorio per la stagione 2019/2020
Il WWF: “Errare è umano, perseverare… Sulla caccia la Regione sfida il TAR”
Domani il passaggio in VINCA,
senza rispettare i termini di legge. Tempi ristrettissimi per presentare
osservazioni. Si continua nei fatti a demandare la gestione alla
magistratura
Una decisa volontà di insistere nell’errore, sia pure apportando
qualche correttivo, con l’obiettivo evidente di accontentare quella
parte del mondo venatorio interessata solo a premere il grilletto:
questa l’impressione che si ricava osservando le scelte
della Regione Abruzzo in tema di caccia.
Gli uffici regionali preposti avevano presentato infatti un
calendario che non teneva in alcun conto le osservazioni presentate dal
WWF e, quel che è peggio, ignorava in buona parte le indicazioni di
ISPRA e le stesse sentenze emesse dal TAR negli scorsi
anni, a seguito dei continui ricorsi che il WWF e il mondo
ambientalista sono stati costretti a presentare.
Ebbene, a seguito del ricorso al TAR del WWF e della LNDC, anche
quest’anno il calendario è stato sospeso, in attesa della discussione in
Camera di Consiglio fissata per il 25 settembre: l’attività venatoria è
quindi ferma, su disposizione del tribunale
amministrativo fino alla data della discussione.
La Regione Abruzzo, per tutta risposta, il 5 settembre, ha emanato
una seconda proposta di calendario, sottoponendola alla procedura di
VINCA e costringendo i nostri attivisti a rincorrere le scadenze per
poter presentare le osservazioni. Per inciso: il
WWF Abruzzo ha comunque presentato questa mattina osservazioni in
critica alla nuova versione.
Una procedura, quella scelta dalla Regione, a nostro avviso non
corretta e comunque non rispettosa del ruolo della magistratura e
penalizzante anche per gli stessi cacciatori, almeno per quelli che
condizionano la loro passione al rispetto della natura
e delle leggi. Il testo rinnovato è di fatto condizionato da una futura
sentenza del TAR, che deve essere ancora espressa: vengono accolte
infatti molte delle indicazioni ISPRA ignorate nella prima versione, ma
poi si introducono “allargamenti”, ad esempio
nei periodi di caccia consentita, da definire in base all’esito della
discussione del TAR.
Non si procede autonomamente con le indicazioni tecniche, ma ci si
riserva di farlo solo a seguito di una pronuncia del giudice
amministrativo: sarebbe stato più logico confrontarsi prima con tutti i
portatori di interesse, non solo con il mondo venatorio,
ed evitare l’ennesima battaglia giudiziaria. Che ovviamente non finirà
qui: la nuova versione parte già con i crismi della illegittimità non
rispettando, ad esempio, i tempi previsti per consentire osservazioni e
permettere a tutti i portatori di interesse
di partecipare al procedimento della VINCA: sarebbe necessario far
decorrere 30 giorni e invece la pubblicazione è del 5 settembre e la
discussione del 12!
Attenderemo quindi la pronuncia del Comitato regionale sulla VINCA,
ma gli avvocati del WWF sono stati già allertati per eventuali
successivi ricorsi. Un vero peccato che la Regione ci costringa a simili
scelte spendendo denaro dei cittadini tutti (e non
solo dei cacciatori) per difendere scelte bocciate dalla magistratura
ormai in decine di sentenze che, stagione dopo stagione, si cerca di
ignorare.
Entrando, invece, nel merito delle questioni più faunistiche, è
palese che per un paio di specie, il Merlo e la Tortora, l’attività
venatoria, se la proposta di calendario verrà confermata, inizierà di
fatto prima del 25 settembre, data di discussione
del ricorso fino alla quale il giudice aveva sospeso ogni attività.
Coturnice e Allodola potrebbero tornare a essere cacciabili, mentre la
caccia a Pavoncella e Moriglione è già prevista in difformità con quanto
richiesto espressamente dal Ministero dell’Ambiente
con la nota n. 16169 del 9 luglio 2019. Anche l’area contigua, in caso
di bocciatura del ricorso, tornerà a scomparire dalla regolamentazione
dell’attività venatoria della Regione Abruzzo, consentendo di fatto la
caccia anche ai non residenti, in contrasto
con quanto chiaramente afferma la Legge quadro sulle aree protette
(Legge n. 394/91).
Sono tanti insomma i passaggi discutibili dell’iniziativa della
Regione, che di fatto creano solo confusione intorno a una materia,
quale quella dell’attività venatoria già di per sé abbastanza
conflittuale.
Comprendiamo che la giunta regionale insediatasi a ridosso
dell’approvazione del nuovo calendario si trovi ad affrontare anche i
ritardi e le inadempienze delle giunte precedenti (manca da tanti anni
il piano faunistico venatorio, mancano i monitoraggio
e i censimenti, non è mai stato istituito l’Osservatorio faunistico) e
come WWF ribadiamo la nostra disponibilità a instaurare un confronto a
tutto campo sulla gestione faunistica regionale che non si limiti alla
gestione venatoria.
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