domenica 16 giugno 2024

Caccia, Pepe (PD): errori grossolani nella Legge regionale

 PESCARA – “Sono davvero errori grossolani quelli che la Regione Abruzzo a guida centro destra sta commettendo sulle politiche relative alla caccia. Due giorni fa il Tar ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della Legge Regionale n.11 del 2023 in tema di nomina dei rappresentanti nei Comitati di Gestione degli ATC e, sempre pochi giorni fa, le associazioni dei cacciatori hanno chiesto di fermare l’iter procedurale del calendario venatorio 2024-2025, per rivedere e correggere la bozza dell’Assessore, chiamando in causa direttamente il Presidente Marsilio”, dichiara il Consigliere regionale Dino Pepe.

“Per quanto riguarda la legge Regionale sui Comitati di Gestione degli ATC – prosegue il Consigliere – la Regione ha scelto di inserire una seconda soglia di sbarramento a quella già prevista dalla norma precedente, finendo per favorire oltremodo alcune Associazioni con più iscritti rispetto al principio di proporzionalità della rappresentanza. Sostanzialmente un ‘premio di maggioranza’! Ora la questione passerà al vaglio della Corte Costituzionale. Se quest’ultima dovesse ritenere, come rilevato dal Tar, che la doppia soglia di sbarramento viola i principi di uguaglianza e proporzionalità, la Legge verrà dichiarata incostituzionale e di conseguenza sarà annullata”.
“Più volte le opposizioni,  nella passata legislatura, hanno chiesto di modificare la norma, passata in Consiglio in modo frettoloso e senza il necessario confronto con tutte le associazioni, proprio al fine di evitare contenziosi – aggiunge Pepe -. Sul calendario venatorio 2024-2025, come detto, le associazioni lamentano atti e procedure confuse e contraddittorie che mortificano ancora una volta il ruolo della caccia anche come strumento di gestione e conservazione della fauna selvatica e del territorio: un elemento fondamentale che dovrebbe suggerire a Marsilio e Imprudente un confronto costante con la categoria e con tutti i portatori d’interesse.  Basti pensare agli aumenti dei danni da fauna selvatica, ormai senza controllo e senza programmazione”.
“Ancora una volta sulla caccia abbiamo la conferma della assoluta assenza di una visione di insieme e di una strategia da parte della maggioranza regionale. Purtroppo dopo 6 anni siamo di fronte solo a promesse mancate”, conclude il Consigliere Pd.
 

giovedì 13 giugno 2024

Calendario Venatorio: Imprudente e Marsilio, dialogo costruttivo con le associazioni

(REGFLASH) L'Aquila, 12 giu. - Un confronto, quello che si è tenuto oggi all'Aquila, voluto dalle  associazioni venatorie abruzzesi (Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia e ANUUMigratoristi) con il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, e il vice Presidente con delega all’agricoltura e alla caccia Emanuele Imprudente, per discutere del nuovo Calendario Venatorio 2024-2025.

Le associazioni chiedono di fermare l'iter procedurale, di rivedere le restrizioni proposte e di avviare un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni equilibrate e sostenibili.

“Le associazioni venatorie – ha commentato il vice Presidente Imprudente - hanno richiesto alcune modifiche al documento sottolineando l'importanza della caccia anche come strumento di gestione e conservazione della fauna selvatica, sostenendo che alcune restrizioni imposte vadano modificate e sia avviato un percorso di confronto ulteriore con le associazioni locali. È stato un incontro molto costruttivo. Abbiamo ascoltato le loro richieste di modificare in alcuni punti la proposta di calendario per andare incontro alle istanze del territorio che sono poi quelle delle associazioni venatorie in tutta Italia. Abbiamo spiegato che la nostra bozza di calendario è oggi in attesa dei pareri dell'ISPRA e del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale che è di nuova istituzione all'interno del Ministero. Successivamente faremo le valutazioni tenendo conto delle esigenze, del punto di equilibrio e di quello che dovrà essere l'attività venatoria complessiva della nuova stagione 2024-2025”. (REGFLASH)

giovedì 23 maggio 2024

Sulmona. Caccia al cinghiale senza requisiti: indaga la polizia. Regione striglia l’Atc

SULMONA. E’ stata iscritta nel registro di braccata senza possedere i requisiti stabiliti dalla legge. A finire nel mirino della polizia provinciale e della regione è una squadra di caccia dell’ambito territoriale di Sulmona. Il caso è stato sollevato dall’ex presidente dell’Atc, Cesarino Mariani, che aveva presentato un esposto. Le attività investigative della polizia sono andate avanti per tre mesi e, in attesa di ulteriori sviluppi, si è mossa la regione Abruzzo che ha redarguito territoriale di riferimento. “Dal controllo svolto”- scrive il dipartimento agricoltura della regione-“ è emerso che numerosi componenti della squadra non risultavano in regola con i documenti per esercitare l’attività venatoria con la conseguenza che, a giugno 2022 quando era fissato il termine ultimo per presentare la domanda, la squadra non aveva i requisiti per l’iscrizione al registro per la mancanza del numero minimo legale di dieci cacciatori”. La regione ha quindi richiamato l’Atc ad un controllo più attento dei presupposti per l’iscrizione delle squadre. 

 

Fonte: ondatv.tv del 20 maggio 2024

giovedì 7 marzo 2024

Regione Abruzzo eroga una pioggia di contributi pubblici alle associazioni venatorie

 

Comunicato stampa del 7 marzo 2024

 

Regione Abruzzo eroga una pioggia di contributi pubblici alle associazioni venatorie

Il WWF Abruzzo evidenzia che con i soldi dei cittadini abruzzesi si acquista e si ristruttura anche la sede di Federcaccia, mentre il Centro Recupero della Fauna Selvatica di Pescara non riceve i fondi previsti per legge

 

Con la pubblicazione sul Bollettino Regionale delle Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2024- 2026 della Regione Abruzzo (Legge di stabilità regionale 2024), sono stati pubblicati gli elenchi degli enti e delle associazioni che, a vario titolo, hanno ottenuto un contributo a fondo perduto.

Spiccano tra queste associazioni quelle venatorie che complessivamente hanno ricevuto ben 115.000 euro.

Queste, nel dettaglio, le prebende alle associazioni venatorie abruzzesi:

 

  • Associazione Nazionale Libera Caccia – Sezione provinciale L’Aquila euro 10.000
  • Associazione Italcaccia – Sezione provinciale di Pescara euro 5.000
  • Federazione Italiana della Caccia – Sezione provinciale di Chieti euro 100.000

Le motivazione dei contributi sono diverse, si va da contributo straordinario per le spese di funzionamento per la Liberacaccia, al contributo per le attività associative e le spese di funzionamento per l’Italcaccia fino al arrivare addirittura al contributo per l’acquisto e ristrutturazione di una sede e di veicoli per vigilanza e attrezzature per la Federcaccia.

 “Quello che sconcerta - sottolinea Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo - è che il governo regionale abruzzese ha deciso di finanziare con danaro pubblico Associazioni che nascono per tutelare gli interessi dei cacciatori e sicuramente non quelli della comunità intera come l’ambiente e la fauna a scapito di altri enti pubblici come il benemerito Centro Recupero della Fauna Selvatica (CRAS) di Pescara che da anni rappresenta l’unico riferimento per l’Abruzzo per il soccorso ed il recupero degli animali protetti.”

Nella stessa Legge di stabilità regionale 2024 è indicato che le provvidenze annuali in favore del Centro Recupero della Fauna Selvatica sono pari a zero, nonostante due normative regionali ne prevedano il finanziamento annuale da parte della Regione Abruzzo.

Inoltre, in Abruzzo manca una rete che organizzi il sistema per il primo intervento, la raccolta, il trasporto e la consegna al Centro Recupero.

“Tutto questo - conclude Filomena Ricci - avviene nonostante l’opinione pubblica e anche la giurisprudenza abbiano acclarato che l’interesse alla caccia non debba prevalere rispetto all’esigenza della tutela della fauna selvatica.”

domenica 28 gennaio 2024

Civitella Roveto (Aq). Cacciatore ferito da proiettile durante una battuta di caccia

Civitella Roveto. Spara per colpire un animale ma il proiettile ferisce un uomo. L’incidente è avvenuto oggi pomeriggio sulle montagne di Civitella Roveto, nella Valle Roveto.

Un uomo di 59 anni D.D.F., cacciatore, è rimasto ferito da un colpo da arma da fuoco, sparato da un altro cacciatore, che sembrerebbe abbia scambiato erroneamente l’uomo per un animale selvatico, presumibilmente un cinghiale.

Entrambi i cacciatori sono originari di di Roccavivi di San Vincenzo Valle Roveto. Quello ferito è stato trasportato in ospedale, lo stanno sottoponendo a un intervento ma non sarebbe in pericolo di vita.

 

Fonte: marsicalive.it del 27 gennaio 2024

giovedì 11 gennaio 2024

Agricoltore centrato da un colpo di fucile, Torto (M5s): "Marsilio e il centrodestra sono i veri responsabili"

 La deputata del Movimento 5 Stelle, Daniela Torto interviene sul ferimento dell'agricoltore 34enne ferito mentre lavorava sul suo terreno a San Vito Chietino

"È inaccettabile che qualcuno debba rischiare di morire mentre lavora nei campi o passeggia in un parco per l’incoscienza di pochi. Troppo spesso nel nostro Paese, dietro una finta attività sportiva chiamata caccia si celano vere e proprie esecuzioni a cielo aperto di animali selvatici".

La deputata del Movimento 5 Stelle, Daniela Torto interviene sul ferimento dell'agricoltore 34enne centrato da un colpo di fucile mentre lavorava sul suo terreno a San Vito Chietino.

"Ormai cacciare è diventato solo un modo per farsi foto sorridenti in mimetica con ai piedi dei cacciatori animali insanguinati. Non è così che si tutela il nostro ambiente e, a questo punto, neppure le nostre comunità.

Marsilio e il centrodestra sono i veri responsabili di questa indegna situazione. I loro partiti continuano a favorire la lobby della caccia con pericolosi provvedimenti. Queste sono le conseguenze del programma elettorale per l'Abruzzo e del blitz in legge di bilancio dell'anno scorso con l'emendamento Foti che ha inaugurato questa brutta stagione di pericolo, minaccia e morte estendendo la caccia anche nelle aree urbane.

 Un augurio di buona guarigione alla vittima del triste episodio nel lancianese, sperando che la politica si dimostri più responsabile e non si debba assistere più a episodi del genere".

 

Fonte: chietitoday.it del 06 gennaio 2024

sabato 6 gennaio 2024

PERICOLO CACCIA 🛑 FA RIFLETTERE IL FERIMENTO DI UN AGRICOLTORE DA PARTE DI UN CACCIATORE A SAN VITO CHIETINO


🙅🏻 PERICOLO CACCIA
🛑 FA RIFLETTERE IL FERIMENTO DI UN AGRICOLTORE DA PARTE DI UN CACCIATORE A SAN VITO CHIETINO
 
Il ferimento di un agricoltore trentaquattrenne intento a lavorare nel suo terreno in località Castellana a San Vito Chietino da parte di un cacciatore ripropone il tema della pericolosità dell’attività venatoria svolta da parte di soggetti che finiscono per rappresentare un vero e proprio pericolo per agricoltori, escursionisti e semplici cittadini. È poi molto grave che, da quanto si apprende dagli organi di stampa, il responsabile dell’accaduto si sia allontanato non fornendo le sue generalità, cercando così di sottrarsi alle necessarie indagini.
Secondo i dati forniti dall’Associazione “Vittime della caccia” nella stagione venatoria 2022/23 in tutta Italia, sono stati uccisi 13 cacciatori (1 in Abruzzo) e 9 non cacciatori, e sono stati feriti 44 cacciatori (1 in Abruzzo) e 13 non cacciatori, per un totale di 79 persone rimaste uccise o ferite nei circa 5 mesi della stagione venatoria. Un numero impressionante per quella che a tutti gli effetti è una attività ludica. A far riflettere è soprattutto il dato dei 22 “non cacciatori” rimasti uccisi o feriti a causa della imperizia o negligenza di chi è autorizzato a muoversi in natura armato di armi, fucili o carabine che siano, estremamente pericolose.
Quanto è accaduto a San Vito rappresenta il tragico epilogo di una serie di comportamenti irresponsabili che vengono denunciati con sempre maggiore frequenza. I cacciatori sparano spesso senza rendersi conto di chi si trova nelle prossimità, si avvicinano troppo alle case e ai centri abitati, in orari sbagliati e senza rispetto per le proprietà altrui e per il diritto di tutti di vivere o lavorare in campagna o fare un’escursione in montagna senza rischiare la vita solo perché una stretta minoranza si diverte a sparare.
La mancanza di controlli sul territorio rende molti cacciatori sempre più arroganti anche nei confronti dei proprietari di terreni e case isolate quando provano a chiedere il semplice rispetto delle norme che regolano questa pericolosa attività. La Regione, del resto, da anni non organizza corsi per guardie venatorie volontarie, le Polizie provinciali sono state praticamente cancellate e dove sono rimaste ci sono pochissimi agenti operativi sul territorio, i Carabinieri-forestali sono comunque pochi e impegnati in un gran numero di attività.
Inoltre, la tendenza ad allargare i periodi di caccia – come ha fatto la Regione recentemente con il piano cinghiali – oltre a non aver alcun effetto positivo sulla limitazione dei danni all’agricoltura, finendo addirittura per aumentarli come affermato dai tecnici indipendenti che studiano questo fenomeno, fa crescere il rischio per cittadini, agricoltori ed escursionisti di rimanere impallinati, o peggio.
Bene farebbe la Regione Abruzzo a intraprendere la strada percorsa da altre regioni, che in virtù dello smantellamento delle polizie provinciali e del passaggio delle competenze su caccia e pesca da province a regioni, hanno istituito le polizie regionali, anche riassorbendo e/o integrando con nuove assunzioni il personale che si occupa di vigilanza che nella nostra Regione oramai non esiste più.
 
Comunicato del 06 gennaio 2024 WWF Abruzzo

giovedì 4 gennaio 2024

Lanciano (Ch) -Agricoltore ferito da un colpo di fucile mentre lavora: indagini in corso

San Vito Chietino  – Un agricoltore di 34 anni è stato vittima di un incidente mentre lavorava sul suo terreno nella località di Castellana, a San Vito Chietino. L’uomo è stato centrato da un colpo di fucile da caccia, che lo ha costretto al ricovero in ospedale. Nonostante l’accaduto, le sue condizioni di salute attuali non destano preoccupazioni.

L’episodio ha avuto luogo in una zona rurale, scuotendo la tranquillità di una giornata di lavoro ordinaria. Il 34enne è stato colpito da vari pallini esplosi dal fucile, causando lesioni che hanno richiesto il ricovero presso il pronto soccorso del Renzetti di Lanciano. La prognosi attuale indica un periodo di convalescenza di 20 giorni, durante i quali l’agricoltore dovrà riprendersi dalle ferite riportate.

Immediatamente dopo l’incidente, sono stati allertati i carabinieri, che hanno avviato un’indagine per ricostruire l’episodio e identificare la persona responsabile del colpo di fucile.

Il fatto evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza e attenzione nell’uso delle armi da parte di coloro che praticano la caccia. L’incidente a San Vito Chietino serve come richiamo alla responsabilità individuale e alla prudenza per evitare tragici incidenti simili in futuro.


Fonte: Abruzzosera.it del 04 gennaio 2024

giovedì 7 dicembre 2023

CACCIA AI CERVI FUORI PARCO SIRENTE VELINO, WWF: “REGIONE ABRUZZO CONTINUA DERIVA FILO-VENATORIA”

L’AQUILA – “Da quanto si apprende dagli organi di stampa, sarebbe di recente arrivato il nulla osta dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), che autorizza la caccia di selezione dei cervi al di fuori del Parco Sirente Velino e il loro controllo numerico all’interno del territorio dell’area protetta. In attesa di consultare la documentazione presentata dalla Regione Abruzzo per richiedere tale parere e quanto riportato nel nulla osta dell’Ispra, perché attualmente nulla pare essere pubblicato sui siti della Regione Abruzzo e del Parco regionale, il Wwf Abruzzo reputa la scelta l’ennesimo regalo al mondo venatorio fatto passare come una gestione faunistica di cui non si sente alcuna necessità. Se i dati sui quali si basa la decisione di intraprendere la caccia di selezione al Cervo sono quelli presentati nel Piano Faunistico Venatorio della Regione Abruzzo, questi, come riportato nel Piano stesso, sono carenti e frammentari e non sono certo sufficienti i monitoraggi intrapresi dagli Atc per colmare tali lacune”.

Così in una nota il Wwf, in lerito alla caccia di selezione dei cervi al di fuori del Parco Regionale Sirente Velino e il loro controllo numerico all’interno del territorio dell’area protetta. Per il Wwf Abruzzo si tratta di “una scelta da contrastare con forza”, “una deriva filo-venatoria”: “si trovino sistemi alternativi per eliminare i danni da fauna senza ricorrere alla scorciatoia delle carabine e sparare a questi bellissimi animali”.

“Per definire la stima di popolazioni faunistiche e dunque, il loro eventuale prelievo – prosegue la nota del Wwf – sono necessarie informazioni esaustive e dettagliate in merito alla distribuzione sul territorio, così come in merito alla consistenza numerica delle popolazioni, alle rispettive variazioni temporali e ai rapporti numerici tra individui dei due sessi e tra le diverse classi di età. Tutte informazioni che si possono ottenere solo tramite monitoraggi ripetuti per diverse annualità con metodologie confrontabili e standardizzate e che se sono state messe in atto, avremo cura di leggerne risultati una volta che verrà pubblicato il Piano di prelievo elaborato dal Parco Regionale Sirente Velino”.

“Per quanto attiene ai danni provocati dai cervi, ben altri sono i sistemi da mettere in campo per contrastarli: recinzioni intorno ai campi nelle aree più colpite; dissuasori acustici, visivi e olfattivi per allontanare gli ungulati da colture e strade; ristori in tempi rapidi agli agricoltori colpiti; potenziamento dei sottopassi”.

“Ci si chiede quali siano state le azioni messe in atto dall’area protetta nell’ambito della prevenzione e con quali risultati prima di ricorrere alla scorciatoia delle carabine, che è tutt’altro una via certa da percorrere per il contenimento dei danni (e quello che avviene per il cinghiale in Abruzzo dovrebbe essere sufficientemente esaustivo). Viene, dunque, da chiedersi se il vero obiettivo di tali scelte sia quello di contenere effettivamente i danni da fauna o quello di dare via libera ai cacciatori su una specie che attualmente in Abruzzo non viene cacciata”.

“Una decisione che il Wwf Abruzzo e le sezioni locali contrasteranno fortemente. Questi animali sono patrimonio della nostra terra e simbolo della natura che rende la nostra Regione conosciuta e apprezzata: non sono bersagli per i cacciatori!”, conclude la nota del Wwf.

 Fonte: abruzzoweb.it del 06 dicembre 2023

 

mercoledì 6 settembre 2023

L’AQUILA: COMUNE SCRIVE AD ATC, “NO ALLA CACCIA NELLA ZONA DI MADONNA FORE E SAN GIULIANO”

 L’AQUILA – Interdire la zona di San Giuliano-Madonna Fore dall’attività di caccia. Con questo obiettivo, in seguito all’emissione del calendario venatorio 2023-2024, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi,  e l’assessore all’ambiente, Fabrizio Taranta, hanno inoltrato richiesta formale al presidente dell’Ambito territoriale di caccia della provincia dell’Aquila, Diego Alessandri. In questo modo si potrà escludere dalla pratica venatoria la zona frequentata quotidianamente dai cittadini aquilani e prevedere, inoltre, una opportuna cartellonistica di avvertenza nelle aree interessate.

 “Intendiamo rendere fruibile e sicura la collina di San Giuliano tra le più frequentate da amanti della montagna di tutte le età, per attività sportive e ricreative. I frequentatori hanno tutto il diritto di vivere la zona e i sentieri ad essa collegati in piena serenità e al riparo da qualsiasi rischio. Sono certo che il presidente Alessandri possa accogliere positivamente la richiesta così da avviare una proficua collaborazione”, hanno dichiarato Biondi e Taranta.

Fonte: abruzzoweb.it del 05 settembre 2023

giovedì 10 agosto 2023

Caccia: la stagione venatoria riapre tra le polemiche. La maggior parte degli italiani e’ contraria ma anche le associazioni animaliste chiedono modifiche urgenti alla Regione Abruzzo

I molteplici ricorsi delle Associazioni ambientaliste, anche negli anni scorsi, tutti vinti contro la Regione Abruzzo hanno costretto la Giunta Regionale a recepire alcune richieste nella stesura del Calendario Venatorio 2023-2024 da poco approvato. Assolutamente insoddisfatti si sono invece dichiaratiFedercaccia, Enalcaccia, Italcaccia e tutte le altre Associazioni di cacciatori secondo cui la caccia a molteplici specie sarebbe stata posticipata (al primo ottobre), mentre la chiusura risulterebbe anticipatadanneggiando l’esercizio della caccia. Tant’è che lo stesso Avvocato Alessandro Dioguardi, Presidentedella ATC (Ambito territoriale di Caccia) di Pescara, schierandosi dalla parte delle associazioni venatorie ha manifestato”ampia perplessità sulle scelte compiute dall’Ufficio Tecnico dell’Assessorato all’Agricoltura ( presieduto dal vice Presidente Imprudente n.d.r.). Scelte incomprensibilmente abdicative del potere discrezionale a fronte di un piano faunistico recentemente approvato, ed appiattite sul parere Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale n.d.r.) rispetto al quale sono maggiormente restrittive". E’ bene precisare che nell’organo direttivo dell’ATC di Pescara l’influenza dei 6 membri delle Associazioni venatorie, schierate contro le restrizioni previste nel Calendario Venatorio, è numericamente superiore ai 4 membri delle Associazioni ambientaliste. D'altra parte gli ambientalisti sottolineano che la pratica della cacciaè in via di estinzione in Italia con un calo di 200.000 doppiette in 10 anni. C'è poi da considerare i danniprovocati dai cacciatori oltre che all'ambiente anche alle varie specie animali tra cui quella degli umani: nella stagione venatoria del 2021/2022 in base ai dati ISTATci furono 54 feriti e 13 morti. Resta da capire, ma fino ad un certo punto, il mistero del perché in Italia ancora si pratichi questa attività, quando, secondo un sondaggio commissionato dal WWF del 2022, il 76% degli italiani è contro la caccia e vorrebbe vietarla su tutto il territorio nazionale. 

 

Fonte: abruzzoindiopendent.it del 09 agosto 2023 

Fidc Chieti critica Calendario Venatorio Abruzzo

“Non possiamo restare in silenzio e prendiamo le distanze dall’approvazione del nuovo calendario venatorio per la stagione 2023/2024, che umilia i circa 15mila cacciatori abruzzesi, ingiustamente penalizzati rispetto a quelli delle regioni limitrofe, prevedendo insensate e punitive limitazioni temporali dell’esercizio venatorio, con aperture notevolmente ritardate e chiusure anticipate rispetto alle leggi vigenti in materia, causando pesanti ricadute anche sull’economia regionale”.

Così in una nota Bruno De Felice, presidente per la provincia di Chieti di Federcaccia, associazione maggiormente rappresentativa nel comparto caccia, che spiega: “L’Ufficio Caccia dell’Assessorato all’Agricoltura ha completamente rinunciato ad esercitare il potere discrezionale che consentiva scelte confortate da copiosi dati scientifici raccolti in questi anni, grazie al lavoro svolto dagli Ambiti Territoriali di Caccia in collaborazione con la Regione, e limitandosi a redigere un calendario che scippa quasi due mesi di attività agli abruzzesi, evidentemente ritenuti cacciatori di serie B rispetto ai colleghi delle altre Regioni. Disattendendo, inoltre, quelle che sono da sempre le indicazioni delle Federcaccia”.

“Infatti – viene sottolineato – sarebbe bastato riprendere il calendario approvato dalle regioni confinanti che se pur perfettibile, non ha mostrato criticità ed ha garantito un corretto equilibrio tra le esigenze di tutela della fauna ed il proficuo esercizio venatorio”.

Fonte: bighunter.it del 08 agosto 2023


Dura protesta di Italcaccia per il nuovo calendario venatorio della Regione Abruzzo

 L’Aquila. “Arriva forte e chiara la protesta dell’Italcaccia. Una delle associazioni venatorie più seguite dal popolo dei cacciatori abruzzesi.” È quanto si legge in una nota diffusa oggi. “Un colpo fragoroso, una contestazione aspra che nel mirino ha ben inquadrato il calendario venatorio 2023-24, appena partorito dalla Regione Abruzzo”, continua la nota.

“E la contestazione trova le giuste parole e l’analisi attenta di Francesco Verì, presidente regionale dell’Italcaccia per delle scelte che non trovano nessuna ragione di essere.”

eADV

“Con l’approvazione del calendario venatorio 2023-2024”, dichiara Verì, “la Regione Abruzzo sancisce un altro anno di delusione tra i cacciatori, ormai rassegnati e sempre più amareggiati da una situazione di costante declino dell’ambiente venatorio abruzzese. Ancora una volta, per l’ennesimo anno, la Regione Abruzzo con l’assessore Imprudente dimostra di non essere dalla parte dei cacciatori, ignorando completamente le osservazioni preliminari fatte dalle associazioni venatorie. Nonostante le possibilità di confronto con le associazioni venatorie, dati scientifici, studi fatti da legittimi osservatori faunistici  nelle sedi istituzionali preposte e riconosciute dalle leggi, purtroppo, ad oggi, abbiamo maturato, ulteriore e definitiva  consapevolezza della scarsa o meglio nulla, attenzione che l’Assessorato Regionale sulla caccia rivolge all’attività venatoria, unita alla sconcertante disinvoltura con cui si ritiene di poter disattendere impegni formali assunti con le associazioni di categoria, non solo quelle venatorie, e trasfusi in deliberazioni caratterizzate dal crisma dell’ufficialità.”

“Dati sconcertanti”, prosegue Verì, “sono quelli relativi alla chiusura delle specie Turdidi e Beccaccia, i quali prelievi sono consentiti dal primo Ottobre al 10 e 20 Gennaio.  Con il posticipare l’apertura della stagione venatoria al I ottobre diventa inammissibile, tra l’altro, l’addestramento dei propri ausiliari a decorrere dal 01 Settembre (la norma prevede l’addestramento dei cani 30 giorni prima dell’inizio della stagione venatoria), concedendo così poco tempo all’allenamento dei propri cani.”

“Ormai siamo stanchi di ribadire che l’Abruzzo sembra essere una regione del tutto estranea all’Italia. Come si evince ampiamente dai calendari venatori adottati dalle regioni limitrofe. Basta osservare l’ultimo calendario venatorio deliberato dalla Regione Umbria per capire, con dati alla mano, quali sono le date vere per il prelievo delle specie suddette. Altro dato a conferma di quanto espresso è la recente sentenza del Tar Umbria n.08/2023.eADV


Fonte: abruzzolive.it del 08 agosto 2023


Abruzzo/calendario venatorio, Enalcaccia protesta

 Arriva forte e chiara la protesta dell’Italcaccia.

Una delle associazioni venatorie più seguite dal popolo dei cacciatori abruzzesi. Un colpo fragoroso, una contestazione aspra che nel mirino ha ben inquadrato il calendario venatorio 2023.24, appena partorito dalla Regione Abruzzo. E la contestazione trova le giuste parole e l’analisi attenta di Francesco Verì, presidente regionale dell’Italcaccia per delle scelte che non trovano nessuna ragione di essere.

“Con l'approvazione del calendario venatorio 2023 – 2024”, attacca Verì, “la Regione Abruzzo sancisce un altro anno di delusione tra i cacciatori, ormai rassegnati e sempre più amareggiati da una situazione di costante declino dell'ambiente venatorio abruzzese. Ancora una volta, per l'ennesimo anno, la Regione Abruzzo con l'assessore Imprudente dimostra di non essere dalla parte dei cacciatori, ignorando completamente le osservazioni preliminari fatte dalle associazioni venatorie. Nonostante le possibilità di confronto con le associazioni venatorie, dati scientifici, studi fatti da legittimi osservatori faunistici  nelle sedi istituzionali preposte e riconosciute dalle leggi, purtroppo, ad oggi, abbiamo maturato, ulteriore e definitiva  consapevolezza della scarsa o meglio nulla, attenzione che l’Assessorato Regionale sulla caccia rivolge all’attività venatoria, unita alla sconcertante disinvoltura con cui si ritiene di poter disattendere impegni formali assunti con le associazioni di categoria, non solo quelle venatorie, e trasfusi in deliberazioni caratterizzate dal crisma dell’ufficialità. Dati sconcertanti”, prosegue Verì, “sono quelli relativi alla chiusura delle specie Turdidi e Beccaccia, i quali prelievi sono consentiti dal primo Ottobre al 10 e 20 Gennaio.

Con il posticipare l’apertura della stagione venatoria al I ottobre diventa inammissibile, tra l’altro, l’addestramento dei propri ausiliari a decorrere dal 01 Settembre (la norma prevede l’addestramento dei cani 30 giorni prima dell’inizio della stagione venatoria), concedendo così poco tempo all’allenamento dei propri cani. Ormai siamo stanchi di ribadire che l’Abruzzo sembra essere una regione del tutto estranea all’Italia. Come si evince ampiamente dai calendari venatori adottati dalle regioni limitrofe. Basta osservare l’ultimo calendario venatorio deliberato dalla Regione Umbria per capire, con dati alla mano, quali sono le date vere per il prelievo delle specie suddette. Altro dato a conferma di quanto espresso è la recente sentenza del Tar Umbria n.08/2023. L’innegabile intento punitivo e persecutorio attuata dalla Regione Abruzzo”, chiarisce il presidente regionale Italcaccia, “ trova, incontrovertibile, conferma nella sconcertante decisione di recepire, acriticamente, il parere reso dell’ISPRA, anche nella parte in cui non vengono espresse valutazioni di ordine tecnico ma sciorinate evanescenti considerazioni di merito, non rientranti nella competenza di tale istituto e, quindi, per consolidata giurisprudenza, non vincolanti (si veda l’assurda decisione di posticipare al 01 ottobre il prelievo di quasi tutte le specie ornitiche, anche quelle stanziali oggetto di immissione). Il popolo dei Cacciatori abruzzesi, quelli con la C maiuscola”, conclude Verì, “ che hanno sempre rispettato le leggi e le regole democratiche, che danno tanti contributi all’ambiente a partire dalla lotta al bracconaggio per la tutela della fauna selvatica, alla lotta agli incendi boschivi, all’inquinamento, alla pulizia di boschi, a dare una cultura di amore per l’ambiente è stanco di essere, ancora una volta, maltrattato; è chiaro l’ostracismo opposto al mondo venatorio e gli insensati pregiudizi avversati alla categoria dei cacciatori, composta da cittadini dalla specchiata ed  integerrima condotta civile e morale. Dai cacciatori abruzzesi”, chiosa Verì, “saranno condivise tutte le successive iniziative giudiziarie e di legittima protesta che sicuramente verranno intraprese”.

 

Fonte: giornaledimontesilvano.com del 08 agosto 2023

lunedì 7 agosto 2023

Calendario venatorio 2023/2024. Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate dal WWF Abruzzo. Restano criticità.


Comunicato stampa del 5 agosto 2023 

Approvato il Calendario Venatorio 2023/2024 della Regione Abruzzo 

Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate dal WWF Abruzzo 

Restano criticità su alcuni periodi di apertura, su alcune specie che rimangono cacciabili, sull’impatto dell’attività venatoria nelle terre dell’Orso. 

 

Durante la seduta del 4 agosto, la Giunta regionale ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2023-2024, il documento redatto ogni anno dalla Regione Abruzzo che disciplina l’attività di caccia sul nostro territorio.  

Il WWF Abruzzo aveva presentato le proprie osservazioni alla bozza di calendario presentata in occasione della consulta venatoria. 

La versione approvata, accoglie qualche piccola osservazione avanzata dall’Associazione e, in generale, appare migliorata sotto alcuni punti di vista e rispetto all’intervento su alcune specie, grazie soprattutto ai molteplici ricorsi del WWF e di altre Associazioni, tutti vinti, chesi sono susseguiti già dal 2009, ma continua a presentare criticità, alcune delle quali si ripropongono ciclicamente. 

Non è stata introdotta l’apertura generale al 1° ottobre, come da sempre chiede il WWF Abruzzo, sono state eliminate le preaperture di alcune specie quali Quaglia e Fagiano, ma resta la possibilità di cacciare, seppure con alcune limitazioni, altre specie quali Cornacchia grigia, Gazza, Ghiandaia e Merlo. Le pre-aperture possono creare impatti negativi sulla fauna selvatica, anche su quella non cacciabile, in quanto a settembre molte specie sono ancora nella fase di cura della prole. L’apertura unica a ottobre, inoltre, consentirebbe di ottimizzare la vigilanza venatoria (sempre meno presente sul territorio a causa dello smantellamento delle Polizie provinciali) e di ridurre il fenomeno del bracconaggio. 

Stesso discorso per la chiusura che per il WWF Abruzzo dovrebbe essere fissata al 31 dicembre per tutte le specie di uccelli e che invece per alcune si protrae oltre. Per la Beccaccia è fissata al 20 gennaio, anche contro il parere dell’ISPRA, che in considerazione della forte pressione venatoria a cui è sottoposta la specie e della maggiore vulnerabilità che la contraddistingue nella seconda metà dell’inverno, suggerisce la chiusura della caccia al 31 dicembre. Per il Colombaccio la chiusura è fissata addirittura al 10 febbraio. 

Il WWF aveva chiesto anche la sospensione della caccia alla Coturnice specie per la quale non si registra un miglioramento relativo allo status di conservazione (la specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/EC e ha uno stato di conservazione sfavorevole in Italia) e per la quale la Regione Abruzzo ha un ruolo chiave per la salvaguardia. 

La sospensione della caccia era stata chiesta anche per l’Allodola, specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa (SPEC 3; BirdLife International 2004; www.ebcc.info/index.php?ID=612) e per la sua tutela non sono sufficienti le limitazioni inserite nella proposta di calendario venatorio.  

La Regione Abruzzo sembra sorda a quanto attiene alla tutela dell’Orso marsicano e continua a dimenticare, nonostante il WWF lo ricordi in ogni occasione, che con la DGR n. 480/2018 è stata istituita l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Non vengono introdotte nel Calendario venatorio le indicazioni e le prescrizioni che questo comporta in base alla Legge quadro sulle Aree Protette (che risale al 1991) come la modifica del carico venatorio e la definizione dei modi e dei tempi di caccia distinti. Indicazioni queste chiaramente riportate anche nel parere ISPRA. Il Calendario venatorio non rispetta nemmeno quanto chiaramente indicato dal PATOM - Piano d’azione sull’orso bruno marsicano (azione B5) che indica, per l’area individuata di presenza della specie, l’utilizzo della tecnica della girata e non quella della caccia in battuta, indipendentemente dal numero di cani utilizzati. 

Viene accolta, invece, l’indicazione di eliminare l’attività di addestramento cani per tutto il mese di agosto. 

Nessun accenno nel calendario approvato nemmeno al divieto di caccia nelle aree percorse da incendi, come peraltro ricordato dal WWF Italia con una specifica nota inviata a tutte le regioni alcune settimane fa, e a quello di abbandono di cartucce. 

“In conclusione – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – il calendario venatorio della Regione Abruzzo negli anni, grazie al grande lavoro fatto dalle Associazioni, è sicuramente migliorato, ma continua a presentare evidenti criticità, da sempre sottolineate dal WWF e alcune delle quale riprese anche nel parere dell’ISPRA, che potrebbero essere sicuramente evitate se il governo regionale impostasse finalmente la programmazione faunistica sul rispetto e la conservazione di questo patrimonio comune e non solo per favorire le richieste del mondo venatorio.” 

 

Approvato Calendario Venatorio per la stagione 2023-2024

Nella seduta del 4 agosto 2023 la Giunta Regionale ha approvato il calendario per la stagione venatoria 2023-2024.

Clicca qui per scaricare la documentazione

domenica 25 giugno 2023

In Abruzzo i cacciatori fanno quello che vogliono mentre il governo regionale dorme

DISTURBO A ORSO E ALTRI ANIMALI PER L"ADDESTRAMENTO CANI A SCOPO VENATORIO IN ABRUZZO, ECCO IL DOSSIER E IL COMUNICATO DI SINTESI
 
SCARICARE IL DOSSIER QUI: https://we.tl/t-FLp8XGOiqi

Comunicato stampa del 24 giugno 2023

+++Tutela dell'orso e di altre specie protette dal disturbo antropico: sulla carta tanti obblighi ma i cacciatori fanno quello che vogliono.+++

+++Cinque associazioni presentano un dossier sulle 83 nuove aree cinofile istituite alla chetichella in Abruzzo dagli Ambiti Territoriali di Caccia.+++

+++Mentre a Villalago si pongono giusti limiti ai turisti per osservare l'orsa Amarena e i suoi cuccioli, lì vicino e in oltre 50.000 ettari di territorio si apre per mesi all'addestramento delle mute di cani di migliaia di cacciatori, in pieno periodo riproduttivo della fauna.+++

+++Per le associazioni serve azzerare tutto, in pericolo la nidificazione di specie rare come Ortolano, Calandro, Tottavilla e la connessione ecologica per l'Orso bruno marsicano. +++


"I cacciatori fanno praticamente quello che vogliono nonostante vi siano chiare norme che impongono di evitare il disturbo antropico dell'Orso bruno marsicano e delle altre specie protette! Mentre ai turisti vengono giustamente imposti vincoli e divieti per la semplice osservazione degli animali a migliaia di cacciatori viene consentito per mesi di andare con mute di cani in 83 aree su oltre 50.000 ettari di territorio, gran parte del quale di rilevante pregio ambientale in pieno periodo riproduttivo e di migrazione. La presenza di cani in addestramento costituisce inequivocabilmente una fortissima fonte di stress, disturbo e addirittura di predazione sulle specie che nidificano a terra, come Calandro, Allodola, Quaglia o tra gli arbusti, come la Tottavilla. L'Orso ora ha i cuccioli e la presenza di decine di cani con conduttori al seguito di fatto crea un enorme fattore di disturbo in aree critiche come quelle di connessione ecologica tra i parchi, in particolare nell'area tra i Simbruini e il Parco d'Abruzzo e nell'alto Sangro tra Parco d'Abruzzo e parco della Maiella, in piena violazione dell'accordo Patom per la tutela della specie"  così cinque associazioni, Salviamo l'Orso, LIPU, Stazione Ornitologica Abruzzese, Altura e CABS, che oggi con un dossier hanno aperto il vaso di Pandora dell'operato degli undici Ambiti Territoriali di Caccia abruzzesi in materia di addestramento cani.

Il dossier "TUTELA DELLA FAUNA E DISTURBO DELL'ADDESTRAMENTO CANI PER SCOPI VENATORI. LE AREE CINOFILE TEMPORANEE IN  ABRUZZO: UN VASO DI PANDORA!" di 25 pagine offre un dettagliato resoconto con dati e analisi normativa.

Attraverso forzature nonché quelle che appaiono come vere e proprie violazioni di norme comunitarie, nazionali e regionali gli ATC hanno addirittura quadruplicato le aree destinate all'addestramento cani dal Piano Faunistico Venatorio vigente, di fatto svuotandolo di significato. Infatti il Piano ha riconosciuto 21 aree cinofile permanenti dove addestrare i cani, su una superficie totale di 11.864 ettari. Aree dove poi durante la stagione venatoria la caccia è chiusa. Non soddisfatti per tali zone gli ATC hanno deliberato l'istituzione di altre 83 aree "temporanee" su oltre 50.000 ettari. Il record spetta all'ATC "Avezzano" con ben 20 aree, seguito dall'ATC "Vastese" con 14, quello "Pescarese" con 14. Poi quello di "L'Aquila" con 12. L'ATC Subequano appare quello con meno criticità con un'unica area perimetrata.

I provvedimenti istitutivi di solito vengono reiterati di anno in anno e decadono pochi giorni prima dell'apertura della caccia. Con questo escamotage per sette mesi si portano i cani ad allenare e per i restanti cinque si spara, generando una pressione antropica pazzesca su queste aree, del tutto insostenibile per le varie specie.

Le aree temporanee dovrebbero essere residuali rispetto a quelle permanenti. Lo stesso Piano Faunistico Venatorio impone che l'estensione massima di ciascun area sia di 350 ettari. Invece almeno 42 aree cinofile temporanee superano questo limite, con punte di aree estese per oltre 2.000 ettari.

L'attività di addestramento cani dovrebbe poi concludersi per legge il 30 giugno ma ben 7 ATC su 11 hanno allungato unilateralmente il periodo oltre questo termine.

Sconcertante la localizzazione di molte di queste aree dal punto di vista naturalistico. Ben 4, tre nell'ATC Roveto-Carseolano e una in quello L'Aquila, sono individuate addirittura dentro siti Natura2000 protetti dalla UE; 23 sono poste a confine con i siti Natura2000, in molti casi con i parchi nazionali del Gran Sasso e della Maiella e con il parco regionale Sirente-Velino; 21 sono all'interno di Important Bird Areas definite a scala europea.

Nonostante ciò non sono state attivate per la loro individuazione le procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale obbligatorie sulla base della direttiva 43/92 "Habitat" dell'UE.

Paradossalmente, nonostante questi dati oggettivi e le informazioni scientifiche disponibili, al fine evidente di permettere modalità di addestramento più permissive, tutte le 83 aree istituite sono state surrettiziamente classificate come di scarso valore naturalistico, di tipo "B". Nelle zone "A", di alto valore, scatterebbero limitazioni più severe per giorni settimanali di apertura, numero di cani e orari.

L'ATC Sulmona ha perimetrato sette vastissime aree cinofile temporanee in zone come Monte Pratello, il Genzana oppure Monte Mitra di estremo valore per l'orso, con la conseguenza paradossale che in primavera ed estate si può andare in giro con mute di sei cani per ciascun conduttore mentre in periodi di caccia si può usare un solo cane grazie alle azioni delle associazioni sul calendario venatorio! Quello che per la tutela dell'orso è stato vietato "dalla porta" è rientrato alla chetichella "dalla finestra"!

Le associazioni ritengono quindi doveroso un intervento a vari livelli, dal Comitato VIA regionale che deve fare rispettare le prescrizioni date a suo tempo al Piano Faunistico Venatorio all'ufficio caccia regionale che deve imporre il rispetto del piano e della legge regionale, dal Ministero dell'ambiente e dai parchi che devono ottenere il rispetto del Patom ai Carabinieri-forestali a cui si chiede una verifica dell'azione degli ATC, con particolare riferimento alla mancanza della Valutazione di Incidenza Ambientale, e un controllo serrato sul campo. Nel frattempo bisogna azzerare tutto immediatamente, anche attraverso interventi di auto-tutela da parte degli ATC stessi.

La tutela del patrimonio faunistico italiano viene prima degli interessi dei cacciatori.

Si allega il dossier e una tabella riassuntiva con i dati per ATC.

SALVIAMO L'ORSO
STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
LIPU - del. Abruzzo
CABS
ALTURA
Info: 3683188739

giovedì 1 giugno 2023

Pepe (Pd): “Domani in Consiglio regionale sarà resa dei conti? Centrodestra rispetti promesse con il mondo venatorio abruzzese”

Pepe (Pd): “Domani in Consiglio regionale sarà resa dei conti? Centrodestra rispetti promesse con il mondo venatorio abruzzese”

Le modifiche introdotte alla legge regionale sulla caccia stanno causando disordini al mondo venatorio abruzzese e frizioni all’interno nella maggioranza. Nello specifico, nel corso dell’ultimo consiglio tenutesi a Pescara sono state approvate, su iniziativa del centrodestra abruzzese, modifiche alla norma di riferimento che stravolgono profondamente i criteri di rappresentanza delle Associazioni dei cacciatori all’interno dei Comitati di gestione degli Atc (Ambiti Territoriali di Caccia). Questa norma ha generato inoltre ricorsi al Tar promossi dalle Associazioni venatorie proprio a tutela dei loro diritti. Sul caso è intervenuto il consigliere regionale del Partito Democratico Dino Pepe. “Siamo di fronte” ha evidenziato Pepe, “a divisioni profonde in maggioranza che stanno generando caos e confusione anche nell’apparato burocratico regionale nella applicazione della modifica di legge. Una interpretazione autentica che penalizza la maggior parte degli iscritti delle varie associazioni venatorie.  Nel corso dell’ultimo consiglio regionale, il capogruppo della Lega, Vincenzo D’Incecco, insieme alla collega di partito Sabrina Bocchino e a Massimo Verrecchia, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia, notoriamente il consigliere più vicino al Presidente Marsilio, avevano proposto di mettere rimedio a questo grosso svarione, presentando un emendamento per abrogare quella che è stata definita una ‘legge truffa’. Tale iniziativa non ha ricevuto il necessario consenso tra le fila della maggioranza tanto che lo stesso proponente è stato costretto a scendere a più miti consigli accettando di spostare la discussione in commissione, per meglio approfondire il caso anche ascoltando i rappresentati dei cacciatori stessi. Lo scorso 16 maggio, la commissione, ha dato un parere pressoché unanime nella direzione di cancellare tale norma. In questa ottica: il presidente Emiliano Di Matteo ha inoltrato una lettera ufficiale al vice presidente Imprudente chiedendo formalmente l’impegno di non procedere alle nomine in seno ai comitati di gestione e di attendere la pronuncia del Tar che il prossimo 7 giugno ha fissato la data per l’eventuale sospensiva, in più il Capogruppo della Lega D’Incecco ha promesso di riproporre l’emendamento per cancellare la norma. La prima promessa è stata già disattesa in quanto il Presidente Marsilio su proposta dell’assessore Imprudente ha emanato il decreto di nomina del comitato di gestione dell’ATC dell’Aquila. Per la seconda aspettiamo Lega e Fratelli d’Italia alla prova dei fatti del Consiglio regionale già convocato per domani.  Sarà quella la sede” ha concluso sarcastico Pepe “per valutare se il centrodestra intende mantenere gli impegni presi oppure se D’Incecco e Verrechia intendono continuare a sparare, è proprio il caso di dirlo solo ‘colpi a salve’ non producendo alcuno effetto risolutivo della problematica. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a cancellare tale norma. Come già precisato in commissione, ammettiamo che al momento della sua approvazione abbiamo commesso una svista che siamo pronti a recuperare”.

 Fonte: ekuonews.it del 29 maggio 2023

 

domenica 2 aprile 2023

Corso di “Cacciatore di Selezione” per la specie cinghiale, cervo, capriolo, daino e muflone della Federazione italiana della caccia Il WWF Abruzzo chiede chiarimenti sulla modalità di organizzazione del corso


Comunicato stampa del 31 marzo 2023 

Corso di “Cacciatore di Selezione” per la specie cinghiale, cervo, capriolo, daino e muflone della Federazione italiana della caccia 

Il WWF Abruzzo chiede chiarimenti sulla modalità di organizzazione del corso 

 

Si è ha appreso da notizie inviate alla stampa che in data 31 marzo 2023 la Federazione italiana della caccia (Fidc) della Provincia di L’Aquila consegnerà 100 attestati del corso di “Cacciatore di Selezione” per la specie cinghiale, cervo, capriolo, daino e muflone. 

Da una ricerca effettuata sul web, sono state trovate le puntuali indicazioni che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha redatto rispetto all’organizzazione di tali corsi. Citando testualmente la nota dell’ISPRA, si evidenzia come: “In merito alla realizzazione dei corsi, in generale ISPRA ritiene che per garantire un’adeguata preparazione a tutti gli iscritti il numero ottimale di partecipanti ad ogni corso non debba superare le 25 unità. (…)”. 

Il WWF Abruzzo con una nota indirizzata alla Regione e per conoscenza a ISPRA chiede di conoscere le specifiche di organizzazione del corso citato, perché, da quanto si legge dalla stampa, non sembrerebbero rispettate le modalità di svolgimento indicate perlomeno rispetto al numero dei partecipanti. 

L’Associazione rileva, inoltre, che esistono precisi protocolli che l’ISPRA ha redatto nell’ambito delle Linee guida in materia di gestione del Cinghiale o degli Ungulati, comprendenti i programmi per i corsi per l’abilitazione di alcune delle figure previste dal Regolamento in oggetto e chiede se gli stessi siano stati tenuti in considerazione dalla Federazione italiana della caccia (Fidc) per l’organizzazione dei corsi e il conseguente rilascio degli attestati. 

“La gestione venatoria - commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo - è materia complessa e delicata e va trattata con le dovute attenzioni e professionalità, non ci si può improvvisare né essere approssimativi nelle azioni che si mettono in campo. Da sempre il WWF Abruzzo chiede alle Amministrazioni regionali che si susseguono di farsi garanti della tutela della fauna selvatica, che si ricorda è patrimonio di tutti. Rinnoviamo l’invito agli abruzzesi a far sentire la propria voce contro la caccia di selezione a Cervo e Capriolo che la Regione Abruzzo si prepara ad aprire già dalla prossima stagione venatoria.” 

Aiuta il WWF Abruzzo nella campagna, scrivi a abruzzo@wwf.it            

WWF Italia ONLUS, Abruzzo

venerdì 31 marzo 2023

Il Wwf Abruzzo presenta la campagna contro la caccia di selezione a Cervo e Capriolo che la Regione si prepara ad approvare

Presentata questa mattina in conferenza stampa a Pescara la campagna del WWF Abruzzo “La natura si ammira, non si uccide” contro la caccia di selezione a Cervo e Capriolo. Due info-grafiche e un video esaltano la bellezza della natura abruzzese e di due specie fortemente simboliche alle quali la Giunta regionale si prepara a dichiarare guerra con l’apertura della caccia di selezione già dalla prossima stagione venatoria.
Dai documenti reperiti dal WWF, è evidente come la Giunta Marsilio si stia muovendo per aprire, in alcuni distretti territoriali, la caccia di selezione alle due specie di ungulati. L’ennesimo regalo al mondo venatorio fatto passare come una gestione faunistica di cui non si sente alcuna necessità.
La conoscenza sulle popolazioni di Cervo e Capriolo in Abruzzo è, infatti, frammentaria e lacunosa, nello stesso Piano Faunistico Venatorio approvato dalla Regione Abruzzo si evidenzia la necessità di avviare un’attività di monitoraggio, tanto che per il Cervo vengono definiti comprensori solo sperimentali “alla luce delle scarse conoscenze della consistenza e della dinamica della popolazione”.
Per definire tempi e modalità di prelievo di individui da popolazioni faunistiche sono necessarie informazioni esaustive e dettagliate in merito alla distribuzione delle specie interessate sul territorio regionale, così come in merito alla consistenza numerica delle popolazioni, alle rispettive variazioni temporali e ai rapporti numerici tra individui dei due sessi e tra le diverse classi di età.
Tutte informazioni che si possono ottenere solo tramite monitoraggi ripetuti per diverse annualità con metodologie confrontabili e standardizzate, non certo in attraverso un numero limitato di sessioni di osservazione, quali quelle che la Regione Abruzzo si appresta a mettere in atto ora fino alla stesura del calendario venatorio, né tramite i conteggi estemporanei svolti dai volontari degli Ambiti Territoriali di Caccia (che sono gli stessi organismi interessati ad organizzare e svolgere le attività di prelievo), con dati carenti e disomogenei.
Appare, dunque, poco credibile l’esecuzione di un’attività di monitoraggio che in pochi mesi dovrebbe descrivere lo status delle popolazioni di Cervo e Capriolo, definire le densità ottimali di presenza, redigere un piano di prelievo: di fatto, indipendentemente dai risultati che si otterranno dalle attività di campo, la Giunta regionale ha già deciso di volere inserire la caccia di selezione a Cervo e Capriolo nel prossimo calendario venatorio. Si tratta di un approccio a-scientifico inaccettabile!
Rispetto ai presunti danni che queste specie possono provocare a colture e il pericolo di incidenti stradali, questioni da tenere in seria e attenta considerazione, è sicuramente necessario avviare un serio programma di monitoraggio e predisporre un piano di prevenzione, che però non viene mai evocato. Esistono molteplici azioni, ormai note e conosciute, che possono essere messe in atto per limitare il rischio di danni e la frequenza degli incidenti stradali: implementare l’utilizzo delle recinzioni o delle varie tipologie di repellenti, mettere in opera dissuasori acustici e visivi, potenziare i sottopassi, costruire i sovrappassi… I fondi impegnati dalla Regione Abruzzo per avviare gli abbattimenti potrebbero essere destinati molto più proficuamente a questo tipo di azioni.
“Siamo sicuri che la maggior parte degli abruzzesi sarà dalla parte dei cervi e dei caprioli – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – e vorrà continuare a vederli liberi di muoversi nelle montagne e nei boschi abruzzesi. Queste specie sono patrimonio della nostra terra e simbolo della natura che rende la nostra Regione conosciuta e apprezzata: non sono bersagli per i cacciatori. È un peccato che il governo regionale, dopo aver tentato di tagliare il Parco regionale Sirente-Velino (ottenendo una bocciatura dalla Corte Costituzionale), voglia ora aprire la caccia a due animali così belli che fino ad oggi in Abruzzo hanno potuto vivere tranquilli, aumentando la biodiversità della nostra regione”. 


Fonte: ilgiornaledichieti.it del 23 marzo 2023