In replica alle obiezioni mosse dal WWF e dagli animalisti al Piano di contenimento della volpe, gli uffici tecnici del settore fanno presente che: “L’art. 44 della Legge Regionale sulla protezione della fauna e sulla caccia - L.R. 28 gennaio 2004, n° 10 - affida alle Province il compito di autorizzare specifici piani di contenimento di tali specie. In particolare la norma prevede che le Province possono autorizzare piani di abbattimento d’intesa con gli ATC; piani che nelle zone vietate alla caccia viene esercitato sentito l’ISPRA mentre questo parere non è contemplato nei territori di caccia libera ed è questo il caso del Piano autorizzato dalla Giunta.
Nel caso della volpe gli autori ed i tecnici la indicano come una specie in grado di influire negativamente sugli incrementi riproduttivi delle specie di piccola selvaggina quali lepri, fagiani e starne principalmente, oltreche insidiare costantemente pollai, strutture zootecniche, ecc.. Si tratta di catturare o abbattere, un numero ben circoscritto di capi, spesso distinguendo anche la classe d’età e di sesso, con metodologie controllate ed alla presenza di Guardiacaccia. In alcuni casi, ed è quello delle volpi e dei cinghiali, le tecniche utilizzate coincidono con quelle dell’attività venatoria, ma questo non vuol dire si tratti di caccia liberalizzata. Nella fattispecie specifica, il Piano è stato redatto dagli Ambiti Territoriali di Caccia Salinello e Vomano seguendo le indicazioni della legislazione regionale e sulla base della relazione tecnica di un agronomo”.
A questo proposito l’assessore all’attività venatoria, Giuseppe Antonio Di Michele, dichiara: “Il piano ha la durata di appena 15 giorni, anche se le operazioni si concentrano in 6 in quanto la sua attuazione è affidata a forze volontarie, e si concluderà domenica 14 aprile.. Le metodologie utilizzate sono le medesime che l’ente adotta nei propri territori di competenza da circa 15 anni; al termine gli ATC consegneranno alla Provincia una relazione conclusiva con tutti i verbali redatti dagli operatori per l’elaborazione dei dati statistici”.
La Provincia di Teramo, spiega il settore Caccia e Pesca dell’ente, attua dall’anno 1998 il controllo di diverse specie faunistiche “emergenti”, quali cinghiali, volpi, corvidi, ecc., che, proprio nello spirito della citata norma, provocano un impatto più o meno significativo sulle attività umane, sulla viabilità o sulle altre specie faunistiche. Un esempio per tutti è quello del cinghiale, specie che causa una vera e propria emergenza per la consistenza dei danni provocati alle colture agricole ed alla viabilità stradale. Per questa specia, proprio attraverso i Piani di contenimento, la Provincia ha ottenuto una significativa diminuzione dei danni alle colture agricole, risultato ancor importante visto che l’importo annuo erogato dagli Provincia e Regione a rimborso dei danni - che per il 2012 a Teramo si è attestato sui 260.000 euro - è destinato a ridursi drasticamente per il taglio delle risorse a disposizione.
I risultati di tali contenimenti, ricorda il Settore, sono costantemente monitorati dal Servizio Caccia Pesca Micologia con il supporto dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e dimostrano come tali abbattimenti raggiungono gli obiettivi prefissati, ovvero favoriscono gli incrementi riproduttivi della piccola selvaggina attraverso un riequilibrio delle densità delle popolazioni di volpe all’interno degli Istituti di tutela.
Teramo 8 aprile 2013
Nessun commento:
Posta un commento