giovedì 28 ottobre 2010

Oggi inizia l’adeguamento della legge regionale alle motivazioni dell’impugnativa

Caccia, Caporale: “la proposta di legge è piena di incongruenze”
Oggi inizia l’adeguamento della legge regionale alle motivazioni dell’impugnativa
“Ritengo doveroso rinnovare l’appello ai miei colleghi consiglieri affinché dopo l’impugnazione da parte del Governo della Legge Regionale sulla Caccia, ora venga approvato un testo che rispecchi fedelmente le motivazioni dell’impugnativa. Al momento dell’approvazione della Legge regionale denunciai l’illegittimità di un provvedimento che non rispettava le leggi Nazionali e Comunitarie ed i pareri (sulle specie cacciabili, i periodi di caccia, ecc), indicate dall’Istituto Scientifico Nazionale competente in materia di caccia (ISPRA)". Questa la dichiarazione di Walter Caporale, capogruppo regionale dei Verdi.
"Ora - prosegue Caporale - l’Abruzzo deve obbligatoriamente adeguarsi a quelle norme che erano state proposte dai Verdi e che possono evitare ai cittadini abruzzesi di dover pagare decine di migliaia di euro di multe comunitarie. Ieri il rispetto anche dei Diritti egli animali e della Tutela dell’Ambiente lo chiedevano in maniera isolata in Consiglio Regionale soltanto i Verdi. Oggi diventa un obbligo per il Consiglio Regionale rispettare le deleghe richieste dal Governo".
"Per la seduta in Commissione - conclude il capogruppo dei Verdi - ho inviato ai miei colleghi le osservazioni al Progetto di Legge che deve adeguare la legge sul Calendario Venatorio alle motivazioni dell’impugnativa del Governo e ci sono ancora tante incongruenze ed illegittimità”.

giovedì 14 ottobre 2010

Attacco della Lega Nord Abruzzo su legge caccia e Parco Sirente

SULMONA – La difesa del territorio e delle tradizioni locali sono state da sempre un punto ideologico di forza della Lega Nord. E ora il Coordinamento Provinciale dell’Aquila del partito, prendendo spunto dal provvedimento con cui il governo ha impugnato la legge regionale abruzzese sulla caccia la settimana scorsa, ripone l’attenzione sulla difesa e la valorizzazione delle tradizioni territoriali. In questo caso, quelle specifiche abruzzesi.
Il partito di Bossi in Abruzzo allora, fa sapere in un comunicato che intende dissentire “ora come in passato, da questo tipo di prevaricazioni e le condanna proprio perché lontane dalle reali competenze sulla tutela del territorio, le quali dovrebbero riguardare in prima analisi, prevalentemente le popolazioni che il territorio abitano. Ovvero le genti d’Abruzzo – sostiene il coordinamento - che da secoli interagiscono con gli ecosistemi che conoscono meglio dei legislatori. Agricoltori, cacciatori, boscaioli, proprietari di terreno, che dal territorio possono ricavare reddito producendo allo stesso tempo una forma di tutela naturale, che proviene dalla cultura immemore legata alle varie attività e non certo dalle forme di tutela ‘dall’alto’, come ad esempio le istituzioni delle Zps (zone di protezione speciale)”.Ma i leghisti d’Abruzzo se la prendono anche con gli enti preposti alla tutela delle nostre aree faunistiche e in particolar modo, come scritto ancora nel comunicato, con il Parco Sirente Velino: “un’istituzione questa, al di là degli ultimi incongrui tentativi di riorganizzazione, su cui bisognerebbe invece procedere solo nel senso di una chiusura immediata. Occorre dire basta a questo inutile ‘poltronificio’ – sostiene ancora il coordinamento provinciale leghista -, un Ente che non ha fatto altro che sovrapporre vincoli superflui, a vincoli già esistenti. Una struttura che le popolazioni stesse non hanno mai sentito come necessaria, dato che non ha mai sortito benefici per alcuno, fornendo come unico risultato quello di produrre uno spopolamento manifesto e disoccupazione per i centri abitati del dell’area parco”. Insomma ai carrozzoni nostrani, la Lega preferirebbe anteporre il modello amministrativo del proprio Carroccio, con la restituzione dei territori a chi questi li abita da sempre, ovvero i cittadini, le popolazioni autoctone. Ricordando le infinite possibilità anche economiche che attività antropiche quali agricoltura, pastorizia, caccia, raccolta della legna e prodotti del sottobosco, fino al corretto utilizzo delle bio-masse, possono apportare al benessere collettivo. Ancora una voce gettata al risveglio dei cittadini comunque, “e non certo agli ambientalisti che pensano di essere gli unici depositari della tutela territoriale”.
RR

Da "Rete5.tv" del 14 ottobre 2010

Intervento di Ruffini (Pd) sul calendario venatorio impugnato

Il Consigliere regionale del PD, Claudio Ruffini, ha scritto una lettera al Presidente della III Commissione consiliare agricoltura (inviata per conoscenza all’assessore regionale Mauro Febbo) per chiedere la convocazione della III Commissione al fine di discutere del calendario venatorio regionale 2010-2011.

“Dopo l’impugnativa da parte del Governo, bisogna riaprire il confronto e la discussione in commissione” dice Ruffini “e bisogna farlo prima che il disegno di legge n.198/10 che modifica il calendario venatorio venga discusso in Consiglio regionale.”

Secondo Ruffini finora l’iter che si è seguito per l’approvazione del calendario venatorio regionale è stato anomalo ed irrituale perché lo stesso deve essere approvato entro il 15 giugno di ogni anno dalla giunta e non dal Consiglio regionale così come previsto dalla legge quadro sulla caccia n.10/2004.

“Il Pd ha dato il proprio contributo nonostante questa anomalia procedurale al solo fine di assicurare lo svolgimento delle attività venatorie 2010-2011 e recuperando il grande ritardo accumulato dalle inadempienze della giunta Chiodi. E’ evidente che non si possono stravolgere le regole e nè si può procedere ad emanare calendari approssimativi e contradditori senza avere il Piano Faunistico regionale” aggiunge Ruffini.

Quindi la richiesta è quella di restituire la parola alla Commissione competente in materia, dove vanno analizzati anche gli emendamenti che la maggioranza ha già pre-annunciato.

”Bisogna evitare che in Consiglio regionale le proposte di legge vengano stravolte da emendamenti presentati al novantesimo minuto, in barba al lavoro svolto dalle Commissioni e contravvenendo alle stesse regole sulla qualità normativa delle leggi volute dal Presidente del Consiglio Regionale Pagano. In questo modo si estromettono le parti interessate, ovvero cacciatori ed ambientalisti, che non hanno la possibilità di partecipare e condividere le decisioni che li riguardano, ma si concedano marchette al proprio gruppo di amici” spiega Ruffini.

Il consigliere del Pd ha inoltre sollecitato il Presidente Prospero affinchè in III Commissione sia presente anche la struttura tecnica della Caccia dell’assessorato regionale in quanto le decisioni in oggetto rivestono carattere gestionale e non programmatorio.

Da "Il Capoluogo.it" del 13 ottobre 2010

mercoledì 13 ottobre 2010

Controlli antibracconaggio nel chietino

CHIETI - Controlli antibracconaggio a tappeto del Corpo Forestale dello Stato in tutta la provincia di Chieti finalizzati a reprimere l'utilizzo illegale di richiami elettromagnetici per quaglia, specie migratoria di passaggio in questo periodo nel territorio.

Secondo il comandante provinciale del Corpo Forestate, "è stata evitata l'ennesima crudele mattanza di quaglie da parte di bracconieri senza scrupoli i quali usano mezzi non consentiti per attivare volatili in passo e provvedere al loro facile abbattimento. Il più delle volte si tratta di congegni artigianali, costituiti essenzialmente da batteria, autoradio, altoparlante, timer e audiocassetta con inciso il canto della quaglia".

Un totale di quattro richiami sono stati sequestrati dal personale in servizio nel Comando Stazione Forestale di Gissi: due tra Palmoli e Dogliola, altri due a Carpineto Sinello.

Gli agenti hanno consegnato un rapporto alla Procura della Repubblica di Vasto (Chieti), contestando la violazione dell'art. 30 lett. h) della Legge 157/92.

Sono in corso indagini per individuare i responsabili dell'attività venatoria illegale.

12 Ottobre 2010 - 12:12

Da Abruzzoweb.it

lunedì 11 ottobre 2010

Parco Gran Sasso: "chiarire modalità caccia ai cinghiali"

L'AQUILA - «Un’azione congiunta ed efficace delle Istituzioni presenti per sollecitare una decisione del Magistrato competente, affinché sia chiarita la liceità o meno del sistema di cattura dei cinghiali utilizzato dall’Ente Parco Gran Sasso – Laga e in vigore in diverse altre aree protette italiane».

Queste, nelle parole del Presidente del Parco Arturo Diaconale, le conclusioni del convegno “I cinghiali nel Reatino: la questione delle responsabilità”, promosso dallo stesso Ente Parco e dal Comune di Amatrice per trovare una soluzione ad un problema divenuto emergenza ambientale ed economica. Dal dibattito è emerso che la formula delle gabbie di cattura rimane la più efficace e meno costosa e che quella del selencontrollo, da più parti invocata, può avere una funzione più psicologica che risolutiva.

Dalle significative premesse, delineate con efficacia dal Direttore dell’Ente Parco Marcello Maranella, che ha configurato il quadro delle azioni messe in campo dall’Ente Parco, alle importanti conclusioni del Presidente Diaconale, il convegno si è rivelato di grande efficacia e significato strategico, facendo emergere una sostanziale condivisione d’intenti e di posizioni.

Una “santa alleanza” ha richiesto il Presidente della Coldiretti, Aldo Mattia, in accordo con il Presidente della CIA, Enrico Scipione. "Come Associazione – ha detto Mattia - abbiamo lungamente auspicato il selecontrollo come forma di lotta al soprannumero degli ungulati, ma ben sappiamo che questo, all’interno di un’area protetta, è da considerarsi solo un palliativo. Occorre insistere nei confronti della magistratura, tramite un’istanza istituzionale congiunta, per il riposizionamento a breve termine delle gabbie di cattura".

Dal Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sono stati riportati i dati dell’emergenza cinghiali nel territorio comunale. "La misura - ha detto il Sindaco – è ormai colma e non sono più tollerabili rimpalli di responsabilità. Dalla colpevole interruzione di quel processo virtuoso, anche dal punto di vista economico, che era stato avviato con l’Ente Parco tramite le gabbie di cattura, sono scaturiti danni erariali, per i quali mi impegno, qualora non si intraveda in tempi brevi una soluzione, a presentare delle denunce circostanziate".

Il Vice Presidente della Provincia di Rieti, Oreste Pastorelli è intervenuto annunciando due importanti iniziative. La prima riguarda la liquidazione, tramite anticipazioni di cassa, per tutti i danni non ancora indennizzati a tutto il 2009. La seconda è l’avvenuta realizzazione, in accordo con l’A.T.C. RI 2 ed il Comune di Monteleone Sabino, di un recinto di 40 ha, destinato ad ospitare i cinghiali catturati nell’intero territorio provinciale. "In tal modo – ha sottolineato Pastorelli, richiamando il protocollo d’intesa siglato lo scorso anno con il Parco e le Riserve naturali della Provincia - daremo un contributo concreto e determinante all’attivazione di una filiera che trasformerà il cinghiale da problema a risorsa per le comunità locali".

Da Abruzzoweb.it dell'11 ottobre 2010

sabato 9 ottobre 2010

Il WWF replica alla replica dell’Assessore Febbo

Comunicato stampa 9 ottobre 2010

Ancora sulla caccia: il WWF replica alla replica dell’Assessore Febbo e torna ad invitare la Regione ad aprire un serio confronto sulla gestione faunistica


Dopo l’impugnazione da parte del Governo nazionale della legge sul calendario venatorio 2010/11 l’Assessore Febbo ha prodotto una serie di giustificazioni che però non convincono.

1) L’Assessore dice: “La mia proposta di legge sul nuovo calendario venatorio è stata totalmente stravolta dal Consiglio regionale”.
Giustificazione che dimostra una grande debolezza: il calendario venatorio è l’atto più importante che un assessore alla caccia propone, se la sua maggioranza glielo “stravolge” forse dovrebbe capire che la sua maggioranza non la pensa come lui e trarne le conseguenze. Ma poi è una giustificazione non vera perché il Consiglio regionale in realtà ha migliorato la proposta fatta da Febbo, avendo, almeno in parte, ridotto i periodi di caccia rispetto a quelli proposti originariamente dall’Assessore.
2) L’Assessore dice: “Quella stessa legge è stata votata in Consiglio da tutto il PD e la stessa Italia dei Valori non ha espresso dissenso decidendo di astenersi”.
Giustificazione della serie “mal comune, mezzo gaudio!”. In realtà l’Italia dei Valori ha subito smentito l’Assessore dichiarando di aver votato contro la sua legge, ma che razza di giustificazione è? Anche il PD ha sbagliato a votare, non è certo la prima volta che è accaduto sul tema della caccia e purtroppo temiamo che non sarà l’ultima.
3) L’Assessore dice: “Esiste una proposta di legge di modifica”.
Se la proposta è quella che è circolata negli ultimi due consigli regionali, chiariamo subito all’Assessore Febbo che è peggiorativa rispetto all’originale contenendo una serie di aspetti che saranno nuovamente oggetto di intervento da parte degli organismi di controllo.
4) L’Assessore non è “affatto sorpreso poiché sono questioni che ben conoscevano e quindi non c’è nulla di trascendentale”.
L’unica cosa di trascendentale è che, sapendo che c’erano questioni, l’Assessore ha voluto far approvare la legge ugualmente. Per quale motivo? Per farsela bocciare dal Governo?
5) L’Assessore dice: “Per una volta, ed è questa l’unica novità, il WWF è d’accordo con il Governo Berlusconi”.
Se vogliamo rimanere nel campo delle battute si potrebbe rispondere che gli errori di Febbo mettono d’accordo proprio tutti!
Volendo essere seri ricordiamo all’Assessore che il WWF esprime critiche o apprezzamenti sugli atti che tutti i Governi compiono. Come è accaduto ieri con il Governo Prodi e il Governo regionale Del Turco, oggi con Governo Berlusconi e con il Governo regionale Chiodi, il WWF critica i provvedimenti che vanno contro l’ambiente e loda quelli che vanno a favore.

Il WWF auspica che finalmente la Regione voglia intraprendere una seria gestione del patrimonio faunistico regionale, tenendo ben presente che la fauna è un patrimonio di tutti e non semplicemente “selvaggina” per il divertimento dei cacciatori.

venerdì 8 ottobre 2010

Legge caccia, Cesare D'Alessandro (IdV): l'Italia dei valori non si è astenuta, ma ha votato contro

"Ci dispiace per Febbo, assessore regionale alla caccia, che non può assolutamente mettere sulla sua pessima e contestata legge sul calendario venatorio il bollino di qualità dell'Italia dei Valori, come, peraltro, ha tentato di fare. L'Italia dei Valori, infatti, non solo non ha votato l'astensione auspicata da Febbo, ma ha votato risolutamente contro, condividendo con Rifondazione Comunista e Verdi tutte le osservazioni di irregolarità formali e sostanziali sollevate durante il dibattito di approvazione della legge nel corso del Consiglio Regionale del 3 agosto scorso (Vedasi delibera n.49/c del 3-10-2010)." Questa la dichiarazione di Cesare D'Alessandro, vice capogruppo IdV Regione Abruzzo.

"Prima di rilasciare incaute e non veritiere dichiarazioni sull'IdV, sarà il caso che l'assessore Febbo approfondisca meglio le sue informazioni e conoscenze, già così carenti in materia venatoria. E visto che siamo in argomento gli ribadiamo di aver votato contro perchè eravamo convinti (ed oggi ne abbiamo la certezza) di trovarci di fronte ad un assessore alla ricerca di qualche trucchetto per eludere le maglie molto precise delle direttive europee in materia di caccia. A questo punto tra dimissioni, sospensioni, azzoppamenti di legge e collaboratori Chiodi fra poco dovrà prendersi anche la delega sulla caccia e ai suoi assessori dimezzati non resterà che darsi all'ippica."

Da "Il Capoluogo.it" del 07 ottobre 2010

Caporale (Verdi): "chiederò ufficialmente le dimissioni di Febbo"

COMUNICATO STAMPA

REGIONE ABRUZZO: IMPUGNATA LEGGE REGIONALE CACCIA.

CAPORALE (VERDI): “HO DIFFIDATO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, NAZARIO PAGANO E CHIEDERO’ UFFICIALMENTE LE DIMISSIONI DI FEBBO”.



Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo dei VERDI in Regione Abruzzo.
“Ricorsi persi e leggi impugnate, è questo il modo arrogante di gestire la caccia in Abruzzo.
E’ GRAVISSIMO!
Il peggio della scorrettezza dell’azione del centro-destra si è visto proprio in materia di caccia. I consiglieri di Centro-destra hanno convocato Commissioni Straordinarie (aventi carattere d’urgenza) per portare in Consiglio e approvare in tempi celeri leggi in materia di caccia e non hanno mai provveduto ad approvare Leggi per dare soluzioni concrete e celeri ai tanti problemi che affliggono la nostra Regione.
E’ un vergogna!

Fino a martedì scorso, 5 ottobre, in Consiglio Regionale c’erano proposte di Legge ed emendamenti per continuare a peggiorare la legge impugnata dal governo Nazionale e per scatenare la caccia senza regole. Punto all’ordine del giorno che non è stato votato per mancanza del numero legale e che proponeva la caccia nelle Zone a Protezione Speciale (ZPS), allungamento dei periodi di caccia a molte specie e la possibilità di cacciare in tutta la Regione e non solo nell’Ambito Territoriale di Caccia di appartenenza (c.d. Comparto Unico). Questioni rinviate ai prossimi Consigli dove mi auguro di non trovare più le urgenze dei cacciatori, ragione per cui ho provveduto a diffidare il Presidente del Consiglio, Nazario Pagano affinché non inserisca nei prossimi Consigli punti all’Ordine del Giorno in materia di prelievo venatorio. (VEDI diffida in allegato).

In merito alla discolpa dell’Assessore alla Caccia, Febbo gli chiedo di non nascondersi dietro un dito. Non può dire che il Consiglio regionale ha stravolto il Calendario Venatorio, come se lui non ne facesse parte. Avrebbe potuto chiedere il ritiro della legge e degli emendamenti e invece ha votato a favore, come se tutto fosse nella norma.

Sono sicuro che l’Assessore Febbo, un filo venatorio indiscusso, incompatibile con una sana gestione e protezione della fauna selvatica, non rassegnerà le dimissioni dalla delega alla Caccia, per cui sarà mia premura chiederle al Prossimo Consiglio”

L’Aquila, 8 ottobre 2010

Gruppo Consiliare "La Sinistra, VERDI-SD" Regione Abruzzo
Via Jacobucci,4 - 67100 L'Aquila -0862.644.213 - 335.790.71.20 www.waltercaporale.it – verdi@waltercaporale.it

LAC ed Animalisti Italiani: un disastro la politica regionale sulla caccia

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

ANIMALISTI ITALIANI ONLUS E LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA (LAC)
Il Consiglio dei Ministri censura la legge abruzzese sulla caccia.
LAC ed Animalisti Italiani: un disastro la politica regionale sulla caccia


L’AQUILA – Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale della caccia L.R. 39/10 che prevedeva il Calendario Venatorio per questa stagione di caccia.
Il testo è stato bocciato dal Governo in quanto presenta diverse violazioni e in contrasto con la legge quadro nazionale sulla caccia, in particolare in merito al mancato rispetto dei periodi caccia e delle specie cacciabili.
Il Consiglio Regionale ad agosto di quest’anno (con i soli voti contrari di Verdi, IdV, RC) in barba ai pareri negativi dell’ ISPRA (l’istituto scientifico nazionale per lo studio della fauna selvatica), delle associazione per la tutela dell’ambiente e degli animali, dei tribunali amministrativi regionali (che già l’anno scorso avevano cassato di illegittimità le norme regionali) ha approvato con la L.R: 39/2010 un Calendario Venatorio pessimo, volto all’esclusivo soddisfacimento dei cacciatori senza tener conto, neppur minimamente, dell’esigenza di tutela e conservazione della fauna selvatica così come richiesto dal legislatore nazionale.

Dichiarazione di Anna Marina Gallo delegata responsabile Abruzzo della Lega per l’Abolizione Caccia (LAC):
“L’anno scorso il governo regionale è stato sconfitto per ben due volte dai ricorsi al TAR delle associazioni ambientaliste ed animaliste a causa di provvedimenti amministrativi ritenuti illegittimi. Quest’anno, con una scorrettezza politica che non ha precedenti, la Regione Abruzzo si è subdolamente sottratta al giudizio del Tribunale Amministrativo Reionale (TAR) approvando il calendario venatorio con una legge (che non è impugnabile dalle associazioni) anziché una delibera, impedendo di fatto alle associazioni di tutelare gli interessi della collettività.

Dichiarazione di Marialucia Santarelli, delegata Abruzzo dell’Associazione “Animalisti Italiani Onlus”:
“La politica regionale in materia di gestione della fauna selvatica è sempre stata inconsistente ma negli ultimi anni si è riusciti a fare di peggio. Quello che chiediamo oggi è un’assunzione di responsabilità per tutti i consiglieri regionali che da subito devono provvedere a correggere il calendario venatorio rispettando la legge ed i cittadini non cacciatori e le richieste del mondo scientifico. Un appello lo rivolgiamo al Governatore Chiodi affinché impedisca all’Assessore alla Caccia Mauro Febbo ulteriori iniziative sulla caccia sconsiderate ed illegittime”.

07 OTTOBRE 1010

giovedì 7 ottobre 2010

Febbo: "Finalmente il WWF plaude al Governo Berlusconi"

2010-10-07
CACCIA:FEBBO,"FINALMENTE IL WWF PLAUDE A GOVERNO BERLUSCONI"
L'ASSESSORE DOPO IMPUGNAZIONE LEGGE SU CALENDARIO VENATORIO (REGFLASH) Pescara, 7 ott. "Non credo debba scusarmi di nulla - afferma l'assessore con delega alla caccia, Mauro Febbo, - in quanto, come già sa lo stesso WWF, la mia proposta di legge sul nuovo calendario venatorio è stata totalmente stravolta dal Consiglio regionale. Non solo ma quella stessa legge è stata votata in Consiglio da tutto il PD e la stessa Italia dei Valori non ha espresso dissenso decidendo di astenersi. In ogni caso - ha chiarito l'assessore - gli uffici del mio assessorato hanno subito mosso dei rilievi tanto è vero che, a tal proposito, esiste una proposta di legge di modifica che, dopo l'ok in Commissione, già due volte è andata all'esame del Consiglio ma non riesce ancora ad essere approvata". In merito all'impugnazione da parte del Governo, l'assessore Febbo afferma che di non essere "affatto sorpreso poichè sono questioni che ben conoscevano e quindi non c'è nulla di trascendentale. Piuttosto - ha fatto notare l'assessore Febbo - per una volta, ed è questa l'unica novità, il WWF è d'accordo con il Governo Berlusconi". (REGFLASH) DR101007

WWF: ora Febbo ci chieda scusa e lasci la delega alla caccia

Governo impugna la legge abruzzese sulla caccia

dopo la dettagliata richiesta del WWF.

Ora Febbo ci chieda scusa e lasci la delega alla caccia.




Il WWF plaude all'iniziativa del governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge 39/2010 con cui la Regione Abruzzo aveva varato il calendario venatorio. Il WWF aveva inviato ad agosto una precisa richiesta al Governo sollevando nei minimi dettagli le gravissime violazioni delle normative comunitarie e nazionali contenute nella legge, con particolare riferimento ai periodi di caccia. Infatti la legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia più lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea. Inoltre l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, organismo nazionale delegato, tra l’altro, al controllo della programmazione venatoria) aveva chiesto alla Regione di introdurre particolari precauzioni su 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo, ma quest'ultima non ha seguito queste indicazioni.

Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF: "La Regione ha varato il calendario venatorio direttamente con legge regionale dopo le due pesanti sconfitte al TAR dello scorso anno. Un escamotage per evitare nuovi ricorsi visto che le associazioni non possono impugnare davanti al tribunale amministrativo le leggi. Approfittando di questo fatto e infischiandosene delle precise osservazioni presentate dal WWF in consiglio regionale in commissione, anche durante un'audizione, hanno pensato bene di introdurre periodi di caccia completamente in contrasto con le normative comunitarie in materia di tutela delle specie. Il WWF ha subito inviato un dettagliatissimo documento al Governo chiedendo di impugnare queste norme. Nel frattempo Febbo ha continuato ad attaccarci. Ora dovrebbe chiederci scusa e ridare almeno la delega alla caccia visto che continua ad accumulare censure come mai si era verificato nella storia della caccia nella regione".

Il Consiglio dei Ministri impugna la legge sulla caccia della Regione Abruzzo!

(ASCA) - Roma, 7 ott - Il Consiglio dei Ministri ha poi impugnato la legge della Regione Abruzzo n. 39/2010 che detta il calendario venatorio per la stagione venatoria 2010/2011. La legge regionale ''e' risultata censurabile relativamente ad alcune disposizioni, concernenti le specie cacciabili e i periodi di caccia, che si presentano in contrasto con le norme di riferimento contenute nella legge statale quadro n. 157/1992.

La Corte Costituzionale ha infatti affermato l'esistenza di limiti alla competenza regionale in materia di caccia, ritenendo che la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, di competenza esclusiva statale, debba essere considerata un valore costituzionalmente protetto in relazione al quale si rinviene l'esigenza insopprimibile di garantire su tutto il territorio nazionale soglie di protezione della fauna che si qualificano come ''minime'', e costituiscono un vincolo per le Regioni. La legge quindi risulta invasiva della competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, in violazione dell'articolo 117''.

Da Agenzia Asca del 07 ottobre 2010

lunedì 4 ottobre 2010

Provincia di Pescara: troppi cinghiali, colpa delle aree protette!

(AGI) - Pescara, 4 ott. - Con una lettera inviata ai quattro prefetti abruzzesi, alla Regione, alle quattro Province, ai sindaci della Provincia di Pescara e all'Ambito territoriale di caccia "Pescara", l'assessore provinciale alla Caccia di Pescara, Mario Lattanzio, lancia l'allarme sulle problematiche legate ai cinghiali la cui presenza sul territorio e' "imponente e ormai incontrollabile, con danni alle colture per 2 milioni di euro l'anno". Lattanzio non nasconde la sua preoccupazione per i problemi che vengono segnalati quotidianamente dagli agricoltori e per il rischio costante a cui sono esposti cose e persone e nel documento fa riferimento anche alla recente aggressione da cinghiale avvenuta in provincia di Chieti. L'assessore ricorda che nel 2005 un gruppo di lavoro istituito dal "Tavolo Tecnico regionale sul Problema Cinghiali" aveva elaborato le "Linee di indirizzo per la gestione coordinata delle popolazioni di cinghiale finalizzata a limitare i danni provocati alle colture agricole nella regione Abruzzo" nel quale erano state analizzate le varie tecniche utilizzabili per fronteggiare il problema dei cinghiali ma i Parchi hanno ritenuto di dover procedere autonomamente alla predisposizione di piani d'intervento per contrastare il fenomeno e in questo modo, sostiene Lattanzio, hanno vanificato l'impegno e la volonta' di collaborazione delle Province. Hanno deciso, cioe', di far ricorso alla cattura dei cinghiali con recinti ma questa tecnica genera solo dei benefici temporanei, per l'assessore, perche' le aree liberate dopo la cattura diventano polo d'attrazione per gli altri cinghiali che, trovandole libere, le occupano velocemente. E cosi', dice Lattanzio, "si instaura un circolo vizioso: gli animali catturati vengono sostituiti in breve con altri e l'eliminazione produce solamente una migrazione senza alcuna ricaduta significativa nelle aree d'intervento". In questo modo c'e' uno scarso impatto sull'ammontare dei danni e si rischia un conflitto con il mondo venatorio, perche' si ha uno spostamento dei cinghiali dalle aree aperte alla caccia verso le aree per il controllo delle popolazioni di cinghiali, che sono in linea d'aria poco distanti. Lattanzio suggerisce di cambiare metodo e sottolinea, nella lettera, che "l'abbattimento selettivo da postazione fissa sarebbe stata l'opzione piu' efficace, meno conflittuale ed anche economicamente meno onerosa". E comunque, fa notare, "gli abbattimenti selettivi all'interno di parchi e riserve sono previsti dalla normativa vigente". Seguendo questa tecnica "sarebbe stata garantita l'eliminazione immediata dei cinghiali vicini ai centri abitati e che frequentano le aree coltivate, e ne sarebbe derivato un effetto di deterrenza sugli altri animali". Oppure si potrebbe prendere in considerazione il metodo "della girata, che si presenta efficace, meno stressante per la specie e meno impattante sull'ecosistema". Alla luce di questa situazione Lattanzio "ribadisce la necessita' che tutti gli enti preposti, e in particolare quelli che hanno competenze in materia di gestione faunistica, operino in maniera congiunta, non essendo pensabile di ottenere risultati soddisfacenti se non intervenendo in maniera coordinata". Fino ad oggi, pero' questo coordinamento non e' stato possibile - fa notare Lattanzio - e "persino le richieste d'incontro con i responsabili dei Parchi per discutere delle possibili soluzioni ai problemi non sono state prese in considerazione".
L'assessore provinciale chiede quindi ai Prefetti di promuovere "iniziative concrete che determinino un'azione sinergica di tutte le parti coinvolte".

Da AGI del 04 settembre 2010

sabato 2 ottobre 2010

Cartucce da caccia anche nelle sorgenti del Pescara!


Sequestri dei Noe a Montesilvano e sorgenti del fiume ripulite dai sub

Materiale ferroso e rifiuti illegalmente smaltiti in superficie e coppette di gelato, bottiglie di vetro, cartucce da caccia e altro ancora nei fondali fluviali.


E' incredibile con quanto materiale la natura debba combattere ogni giorno. Ma da sola non ce la può fare. Così, contro i primi si muovono i carabinieri del Noe di Pescara; mentre ai secondi ci pensano i subacquei di «ScubaLibreDrive». I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Pescara hanno, infatti, sequestrato a Montesilvano un impianto per il trattamento dei rifiuti in materiale ferroso. Dalle indagini risulta che la Riab, l'impresa che gestisce l'impianto, avrebbe violato le norme del testo unico ambientale, trattando in modo illegale i rifiuti, permettendo scarichi non autorizzati di acque reflue in superficie, ed emissioni atmosferiche non autorizzate. Tre avvisi di garanzia sono scattati nei confronti dei rappresentanti legali dell'impresa. Ma chi ama l'ambiente non si preoccupa solo di quanto succede in superficie. I subacquei sono già all'opera per pulire le Sorgenti del fiume Pescara: da questa mattina sono immersi nelle acque del fiume (sfidando i 9 gradi di temperatura) per l'annuale appuntamento con la pulizia dei fondali e il monitoraggio dello stato di salute del tratto di fiume della Riserva naturale a Popoli. L'iniziativa è in collaborazione con le associazioni Wwf, Marevivo, Ecoistituto Abruzzo e Mila Donnambiente. In passato sono stati eliminati fino a 40 chili di rifiuti. A.P.

Da "Il Tempo" del 02 ottobre 2010